Corriere della Sera

Totti e Pallotta, l’intesa non si trova Le tentazioni di Pjanic e Nainggolan

- Arianna Ravelli

( l.v.) «Gli ho fatto un’offerta generosa, non capisco perché non l’abbia già accettata. Si vede che è mal consigliat­o». Le parole di James Pallotta riaprono il caso-Totti. Il presidente non voleva rinnovare il contratto del capitano («Le gambe non fanno più quello che gli dice la testa»), ma ha dovuto cambiare idea dopo le prestazion­i di Totti (4 gol e 3 assist) nelle ultime sette giornate. Prima aveva fretta il calciatore, ora ce l’ha Pallotta. I corteggiam­enti di mercato su Pjanic (la scrittura privata con clausola è depositata presso uno studio legale romano ed è valida sia per l’estero che per l’Italia) e Nainggolan sono quotidiani. Cosa ne pensano i tifosi? L’ingaggio (un milione più bonus) va bene e i diritti di immagine saranno divisi come prima: alla Roma quelli con la maglia, a Francesco quelli personali. Si discute sul futuro da dirigente. Totti vuole un ruolo operativo e non da «bandiera», pretende che sia chiarito fin d’ora. Pallotta ha altre idee. Il 20 maggio la Roma incontrerà gli egiziani dell’Al Ahly, in amichevole, ad Abu Dhabi. Sarà l’occasione per l’annuncio o un’altra tappa del braccio di ferro? sul perché certi giocatori con il cambio di allenatore abbiano visto crollare le loro prestazion­i: uno per tutti, Alex (ma anche Kucka o lo stesso Bacca). A proposito: Brocchi voleva inserire l’amico di una vita Abbiati per la passerella finale ma pare che sia stato proprio il portierone a dirgli che no, non faceva niente, era meglio puntellare la difesa togliendo Alex.

Ora possiamo dirci anche tutto questo, ma non verremmo a capo di niente. Perché i problemi vanno ben oltre i singoli: il Milan ha fatto cortocircu­ito e non funziona più. Ieri l’allenatore ha avuto l’ennesimo confronto con la squadra, ma ai tentativi di scuotere i suoi ha visto in risposta più rassegnazi­one (o menefreghi­smo) che orgoglio. Anche questa non una novità. «Se in una finale i giocatori non tirano fuori tutto ciò che hanno è dura per qualsiasi allenatore. Devono capire che il gruppo vero si prende per mano e va a fare le battaglie insieme», il pensiero del tecnico esposto nella notte di San Siro, che però ha fin qui avuto poche conferme nella realtà. Brocchi sta vivendo gli stessi problemi di chi si è seduto prima di lui su quella panchina, da Seedorf a Inzaghi a Mihajlovic.

Berlusconi lo ha scelto a sei giornate dalla fine commettend­o un grave errore (e non facendogli certo un piacere), contro il volere di Adriano Galliani che avrebbe volentieri completato la stagione con Sinisa. Il risultato è che ora il presidente è assente e distratto dalla trattativa di vendita ai cinesi, l’ad è indebolito e non riesce a fare scudo al tecnico, l’allenatore è esposto a ogni alito di vento e i giocatori pensano a sé. Così l’anno prossimo si ricomincia da capo: Galliani ha contattato Marco Giampaolo in caso di sconfitta nella finale di Coppa Italia. Vedremo se a Berlusconi piacerà o se saranno i cinesi a provare ad azzerare tutto.

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