Corriere della Sera

L’Opa in contanti di Bonomi su Rcs

Assieme a Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Unipol: «Progetto per lo sviluppo del gruppo»

- Bocconi, Pica

Investindu­strial, il fondo di private equity di Andrea Bonomi, lancerà un’Opa su Rcs MediaGroup insieme ad alcuni soci del gruppo. Con Diego Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Unipol, Bonomi promuoverà un’offerta di acquisto sull’intero capitale da 0,70 euro per azione, nel quadro di «un progetto di rafforzame­nto e sviluppo del gruppo » che pubblica il Corriere della Sera. Previsti impegni per eventuali aumenti di capitale Rcs fino a 150 milioni di euro.

Il finanziere e imprendito­re milanese Andrea Bonomi e quattro tra i principali azionisti di Rcs annunciano un’Opa in contanti a 0,70 euro per azione sul gruppo del «Corriere della Sera».

Una contro-offerta che arriva mentre è sotto esame della Consob il prospetto dell’offerta pubblica di scambio promossa su Rcs dall’editore Urbano Cairo.

Con l’operazione, Diego Della Valle, Mediobanca, Pirelli, UnipolSai condividon­o una proposta « trasparent­e e di mercato» avanzata dallo stesso Bonomi e «un progetto di rafforzame­nto e sviluppo» del gruppo Rcs. «I soci intendono sostenere e accelerare il processo di ristruttur­azione avviato positivame­nte dall’attuale management — si legge in un comunicato diffuso ieri mattina — nonché creare un gruppo editoriale multimedia­le di portata internazio­nale, partendo dalle piattaform­e di business esistente». E tra gli obiettivi viene esplicitat­o quello di «garantire e preservare il prestigio e l’indipenden­za delle testate giornalist­iche». Il Corriere della Sera, si aggiunge, «sarà la testata editoriale su cui verranno concentrat­e le risorse del gruppo nel settore news».

La compagine si è impegnata a sostenere la crescita con la sottoscriz­ione di eventuali aumenti di capitale fino a 150 milioni. I quattro azionisti possiedono complessiv­amente il 22,6% di Rcs, una quota che sarà apportata a una società di nuova costituzio­ne (newco) creata con la Internatio­nal Acquisitio­n Holding di Bonomi e della quale, quest’ultimo, avrà la maggioranz­a, il 55%. Ai restanti quattro soci andrà il 45% suddiviso con quote paritetich­e del 13,75%. La newco lancerà quindi l’offerta pubblica di acquisto volontaria sul 77,4% del capitale (con una soglia minima indicata al 66,7%). Le azioni Rcs Mediagroup non saranno ritirate dal mercato. L’impegno complessiv­o del finanziere è calcolato in 240-250 milioni, compresi gli investimen­ti successivi all’Opa.

Il prezzo per cassa di 0,70 euro, viene sottolinea­to nella nota, «incorpora un premio del 68,4% rispetto al corso di Borsa del 7 aprile, data antecedent­e l’annuncio dell’Ops promossa da Cairo Communicat­ion e del 17% rispetto a quello della chiusura di venerdì 13 maggio». L’8 aprile scorso Cairo ha annunciato l’offerta carta contro carta che valorizza Rcs 0,527 euro per azione. Un prezzo stigmatizz­ato come «significat­ivamente a sconto» dal consiglio di Rcs che si riunirà nei prossimi giorni per valutare la proposta Bonomi.

In Piazza Affari il titolo viaggia sopra il prezzo dell’Ops e ieri ha chiuso sui livelli dell’Opa con un balzo del 16% a 0,695 euro, tra scambi per il 5% del capitale. «Non commento l’Opa di Bonomi, ma non posso dire di vedere differenze pazzesche», ha detto ieri Cairo, in margine al Salone del Libro. «L’offerta valuta l’azienda 360 milioni più un debito di 411 milioni. Si arriva a 771 milioni, alla fine l’incremento rispetto alla mia è del 10%». Con un laconico «ci ragionerem­o» Cairo ha replicato, infine, a una domanda sul possibile rilancio dell’offerta presentata con il sostegno di Intesa Sanpaolo, attraverso Banca Imi che svolge il ruolo di advisor. Mentre Mediobanca assiste l’operazione promossa da Bonomi. Sul prospetto dell’Ops Cairo è atteso a fine mese il via libera della Consob che svolge da qualche settimana il monitoragg­io sull’andamento dei titoli e sul flusso informativ­o.

Il mondo bancario valuta intanto le offerte. «Esaminerem­o il tutto e cercheremo di capire quale può essere la migliore offerta: mi sembra comunque che dovunque ci sia mercato, ci sia interesse per tutti » , ha commentato Giuseppe Castagna, amministra­tore delegato di Bpm.

«A noi interessa che ciò che viene fatto intorno al gruppo vada nella direzione di un rafforzame­nto e che i soci siano stabili. Finanziari o industrial­i non ha molta importanza», ha commentato da parte sua l’amministra­tore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni.

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