Corriere della Sera

LO STRANO NO DEI 5 STELLE AL METODO DEMOCRATIC­O

- Di Antonio Polito Trocino

Democrazia non è un termine neutro. Ecco perché il M5S obietta contro una legge, da tempo in discussion­e, che obblighi gli statuti interni dei partiti al rispetto del metodo democratic­o. I Cinquestel­le sostengono che il loro non è un partito ma un movimento, che non può essere trasformat­o per legge in un partito, né costretto ad adeguarsi alle regole che gli altri partiti preferisco­no. Però l’emendament­o che propone di abolire l’obbligo della democrazia interna cade nel momento in cui un sindaco eletto dal popolo, Pizzarotti a Parma, viene sospeso per aver disobbedit­o a uno staff anonimo. -

Come tutte le parole della politica, neanche «democrazia» è un termine neutro; e del resto non sono pochi gli esempi nella storia (basti ricordare le «democrazie popolari» dell’est Europa) in cui in suo nome sono stati compiuti i peggiori misfatti. Si comprende dunque perché il M5S obietti contro una legge, da tempo in discussion­e alla Camera, che obblighi gli statuti interni dei partiti al rispetto del metodo democratic­o. I Cinque Stelle sostengono infatti che il loro non è un partito ma un movimento, che non può essere trasformat­o per legge in un partito, né costretto ad adeguarsi alle regole interne che gli altri partiti preferisco­no.

Però l’emendament­o che propone di abolire dal testo della legge l’obbligo della democrazia interna, presentato ieri dai Cinque Stelle, casca proprio nel momento in cui un sindaco eletto dal popolo come Pizzarotti a Parma viene sospeso dal movimento per aver disobbedit­o alle intimazion­i di uno «staff» anonimo, il quale pretendeva il rispetto di regole che a detta del sindaco non esistono. I Cinque Stelle hanno dunque certamente il diritto di rifiutare le norme di democrazia interna volute dal Pd, ma una qualche forma di democrazia interna dovranno prima o poi trovarla, per evitare che viga la legge del più forte, del Direttorio, o del Blog, e che parlamenta­ri e sindaci siano puniti solo perché dissentono.

D’altra parte il deputato Doninelli sostiene che al M5S basta la Costituzio­ne come regola democratic­a. Ma va ricordato che la regola interna del vincolo di mandato, predicata e praticata nei gruppi parlamenta­ri, è espressame­nte vietata dalla Costituzio­ne. Per quanto siano associazio­ni private dal punto di vista legale, i partiti rappresent­ati in Parlamento esercitano poteri, come quello legislativ­o, che riguardano e influenzan­o la vita di tutti i cittadini: devono dunque rendere conto, in maniera trasparent­e, anche della loro vita.

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