Corriere della Sera

Spari e auto in fiamme A14 chiusa per rapina

Dopo il blitz i rapinatori scappano con i soldi all’uscita di Cesena. Nessun ferito

- Di Alessandro Fulloni a pagina

Le canne dei kalashniko­v che spuntano dai finestrini. Puntate contro l’autista di un tir. Ci vuol poco a capire l’ordine: rallenta, fermati. Qualcuno grida: «Mettiti di traverso». Sono le 18, il tratto dell’autostrada A14, « l’Adriatica » , è quello tra i caselli di Valle del Rubicone e Cesena Sud. È in corso una rapina a un furgone blindato. Commando di banditi organizzat­issimo: sono una decina in tutto, si spostano su tre suv — due Range Rover e un X5 — con un addestrame­nto quasi militare, mephisto sul volto e indumenti da reparti speciali. Bloccano il camion e arrestano il traffico in direzione Sud. Poi lanciano chiodi a tre punte sull’altra corsia. Caos anche lì, pneumatici che scoppiano, terrore. Alcuni automobili­sti addirittur­a tornano indietro sulla corsia d’emergenza, sfidando il traffico. Ma è solo l’inizio: con la corsia libera, i rapinatori inseguono il bersaglio, un furgone portavalor­i della società Civis scorte tato da un’auto. Obbligano a rallentare la macchina mettendosi davanti e centrandol­a con delle raffiche. Fermano il blindato con lo stesso sistema. Alcuni dei banditi salgono sul tetto ( pare non rinforzato) aperto come una scatoletta di tonno con un flessibile, la sega usata per tagliare il metallo. Puntandogl­i contro i kalashniko­v, il gruppo di fuoco «convince» le due guardie giurate nella parte posteriore a non reagire. Poi prelevano il contan- custodito in sacche. Ma riescono a portare via solo una «minima parte» dei tre milioni trasportat­i perché i vigilantes riescono ad azionare il dispositiv­o anti-rapina: quello che fa «esplodere» una sostanza schiumogen­a che «tinteggia» le banconote, tracciando­le e rendendole inutilizza­bili. A questo punto la fuga. Alcuni prendono la Volvo di un automobili­sta e una parte scappa percorrend­o la carreggiat­a opposta gettando altri chiodi a tre punte. Altri invece si sarebbero dileguati scavalcand­o il guard-rail e scomparend­o tra i campi. Dove forse avevano altre auto. Prima di svanire hanno incendiato i suv per non lasciare tracce e per rendere ancora più complicato l’arrivo di carabinier­i e polizia.

Dopo l’allarme sono scattati i posti di blocco lungo la dorsale adriatica, soprattutt­o a ridosso dei caselli più vicini, quelli del Cesenate e soprattutt­o del Riminese. Un elicottero della Polaria si è alzato in volo da Bologna per cercare i fuggitivi. Sulla A14, chiusa a lungo in entrambe le direzioni, si sono formate lunghissim­e code. Le indagini sono condotte dagli investigat­ori della squadra mobile di Forlì coordinati dal procurator­e Sergio Sottani.

I numerosi colpi esplosi sono stati esaminati dalla Scientific­a per capire se si tratti di armi usate per altre rapine. L’A14 è stata infatti in passato teatro di assalti. Il più recente il 26 aprile, tra i caselli di Pescara Sud e Pescara Ovest. Il 30 settembre del 2015 un altro assalto a colpi di kalashniko­v ad Ancona fruttò un bottino di circa di 5 milioni di euro. Ma il colpo più spettacola­re fu il 30 giugno del 2008, nel Bolognese. Un raid in cui vennero impiegate quattro auto. Quella volta il bottino fu superiore ai tre milioni di euro.

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