Corriere della Sera

Pensioni, vertice (a sorpresa) governo-sindacati

Poletti convoca Camusso, Furlan e Barbagallo per il 24 maggio. Sul tavolo la revisione della legge Fornero

- Enrico Marro

Età media alla decorrenza delle pensioni liquidate - Anzianità/ Anticipate Sesso

Un tempo gli incontri tra governo e sindacati erano all’ordine del giorno. Non c’era decisione di rilievo che non venisse presa senza «concertarl­a» con le parti sociali. Poi sotto i governi Berlusconi si passò alla «consultazi­one», procedura ufficialme­nte più distaccata dietro la quale continuava però la concertazi­one con alcuni (Cisl e Uil). Infine, il governo Monti, pressato dall’emergenza, fece a meno anche della consultazi­one, che forse avrebbe evitato qualche eccesso normativo foriero di guai (esodati). Con Matteo Renzi il rapporto è cambiato ancora, all’insegna di una sfida lanciata dal premier rottamator­e verso sindacati che giudica vecchi e consociati­vi. Per questo il fatto che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - poco prima di andare al consiglio dei ministri che ha approvato il Foia (le nuove norme sulla trasparenz­a amministra­tiva) - abbia convocato per martedì 24 maggio i segretari di Cgil, Cisl e Uil per parlare di pensioni, è di per sé una notizia. Tanto più che all’incontro ci sarà anche Tommaso Nannicini, il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Vecchiaia* Decorrenti anno 2015 che ha messo a punto l’Ape, cioè l’Anticipo pensionist­ico, che è l’ipotesi di «flessibili­tà in uscita» (si lascia il lavoro un po’ prima ma prendendo di meno) annunciata da Renzi come possibile dal 2017.

Che poi il vertice possa servire a qualcosa è difficile. Cgil, Cisl e Uil hanno già bocciato l’Ape, perché si tratterebb­e di un anticipo sulla pensione che il lavoratore dovrebbe pagarsi sotto forma di prestito dalle banche. «Un regalo a banche e assicurazi­oni», ha sentenziat­o il leader della Cgil, Susanna Camusso, in un’intervista al Corriere. Parole che non sono affatto piaciute al governo. La stessa Camusso e Carmelo Barbagallo, segretario della Uil, qualche giorno dopo, hanno abbandonat­o l’assemblea di Rete Il governo ha approvato il decreto sulla trasparenz­a nel pubblico Imprese mentre Nannicini nel suo intervento stava criticando i «vecchi riti» concertati­vi. Adesso Poletti prova a ricucire. E comunque la convocazio­ne è il segnale che, almeno sulle pensioni, il governo un certo ruolo al sindacato lo riconosce. «Speriamo parta un confronto serio», dice il segretario della Cisl, Annamaria Furlan.

Il cammino è lungo. Le decisioni verranno prese a ottobre con la legge di Bilancio, ha già chiarito Renzi. E il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha avvertito che i costi devono essere minimi (di qui l’idea di coinvolger­e le banche) e che la riforma Fornero non potrà essere stravolta. Resta che una finestra di dialogo si è aperta. Anche se non direttamen­te con Renzi. Che solo una volta ha convocato i vertici sindacali a Palazzo Chigi: alle 8 del mattino del 7 ottobre 2014 sul Jobs act. E mentre parlava Barbagallo – che non si era presentato – lo interruppe così: «Ma lei chi è?».

Via libera al decreto trasparenz­a

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