Riformare la previdenza
Dopo che è stata lanciata dal presidente del Consiglio, è quella del prestito pensionistico, ribattezzato «Ape», la proposta di riforma delle pensioni che ha più chance. Riforma limitata perché il governo vuole limitare al massimo la spesa. Per questo ipotizza di coinvolgere banche e assicurazioni nel meccanismo dell’Ape, un assegno pensionistico anticipato (fino a tre anni) sotto forma di prestito che poi verrebbe restituito a rate dal momento in cui scatta la pensione piena. Per chi anticipa l’uscita dal lavoro dovrebbero inoltre scattare delle penalizzazioni. Misure contestate alla radice dai sindacati che vorrebbero un pensionamento flessibile a partire dai 62 anni d’età, senza tagli. Nel mezzo si colloca la proposta Damiano-Baretta di una flessibilità con penalizzazioni ma senza prestito.