Uscita anticipata e taglio dell’1-3%
La proposta di flessibilità in uscita sulle pensioni elaborata dal governo Renzi si chiama «Ape» («Anticipo pensionistico»). In sostanza per ogni anno che manca al lavoratore che decide di andare a riposo, il suo assegno sarà tagliato dell’1-3%: la variabilità sarà legata al reddito, quindi il taglio potrà diventare più pesante per chi ha una pensione molto ricca e potrà essere più leggero per chi ha un assegno più basso. A conti fatti la manovra costerà alle casse dello Stato circa 1 miliardo l’anno e dovrebbe scattare dal 2017 con la prossima legge di Stabilità. Il meccanismo sarebbe quello del «prestito previdenziale». Tre i casi previsti. 1) Chi si prepensiona volontariamente sopporta il costo della penalizzazione. 2) Per chi perde il lavoro e rischia di diventare «esodato» dovrebbe intervenire invece lo Stato. 3) Toccherà invece alle aziende farsi carico dei costi se vogliono mandare in pensione prima i lavoratori più anziani. In tutti i casi lo Stato pagherà gli interessi alle banche, che anticiperebbero una parte della pensione per poi essere rimborsate a rate sulla pensione normale. Sempre lo Stato coprirebbe il costo dell’assicurazione in caso di morte prematura del pensionato.