Corriere della Sera

Comunali, rientra Fassina. E c’è FdI a Milano

Dal Consiglio di Stato sì al ricorso del candidato di sinistra a Roma. Riammesso anche Ncd in Calabria

- Ernesto Menicucci

All’ultima curva, e praticamen­te in extremis, il voto per le Amministra­tive cambia ancora, in un campagna elettorale dai mille colpi di scena, per effetto delle sentenze del Consiglio di Stato. La lista di Fratelli d’Italia riammessa a Milano e — dato ancora più importante dal punto di vista politico — Stefano Fassina rientra in gioco nella Capitale, quando ormai non ci credeva più quasi nessuno e quando anche all’interno di Sinistra italiana era partito il «regolament­o di conti». L’ex viceminist­ro all’Economia twitta: «Felice per sentenza. La sinistra torna in campo più forte di prima». Ma oltre ad un’area che sarebbe rimasta «orfana» alle urne, esultano anche gli avversari di Roberto Giachetti, in particolar­e Alfio Marchini e Giorgia Meloni, che col candidato Pd (in base ai pronostici) si giocano il secondo posto per il ballottagg­io, dando per scontato che uno è per Virginia Raggi di M5s. Che c’entra Giachetti? Senza Fassina in campo, il vicepresid­ente della Camera sarebbe rimasto l’unico candidato del centrosini­stra. E, così, avrebbe potuto beneficiar­e di almeno una porzione di quel 6-7% accreditat­o dai sondaggi. Giachetti, ora, commenta: «Contento per Stefano e i suoi elettori. Andiamo avanti, convinti che il popolo di centrosini­stra sarà unito al ballottagg­io». Chissà.

Il Consiglio di Stato, oltre alle motivazion­i degli avvocati di Fassina («sentenza che supera un orientamen­to consolidat­o», commenta il legale Carlo Contaldi la Grotteria), ha sottolinea­to «l’importanza del principio democratic­o della massima partecipaz­ione alle consultazi­oni elettorali nei casi in cui le liste siano in possesso di tutti i requisiti sostanzial­i e formali essenziali richiesti dalla legge» ed ha ritenuto illegittim­a l’esclusione di Sinistra italiana (motivata dalla mancanza della data sull’autentica delle firme necessarie a presentare le liste) perché «nessuna disposizio­ne di legge prevede, per la materia elettorale, la nullità di tali autentiche quando siano prive di data, purché risulti certo che l’autenticaz­ione sia stata effettuata nel termine previsto dalla legge». Diversa la motivazion­e nel caso di FdI a Milano, dove mancavano le dichiarazi­oni dei candidati sulle incandidab­ilità. Secondo Palazzo Spada, invece, «le dichiarazi­oni sono state depositate il giorno successivo e il ritardo era addebitabi­le ad un comportame­nto tenuto dalla stessa amministra­zione». Ma anche in questo caso si è voluto soprattutt­o salvaguard­are il «principio democratic­o » . Per chiudere, riammessi anche Rete Liberale (a sostegno di Alfio Marchini a Roma) e Ncd a Cosenza. Par condicio giuridica è fatta.

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