Placido e la chiamata di Marchini: lavorerei gratis
«Chiunque mi chiedesse di dare una mano a favore della cultura, io mi renderei disponibile». Michele Placido, chiamato in squadra da Alfio Marchini, non si tira indietro. «Come cittadino di Roma, come persona con un’etica e una responsabilità civica non posso tirarmi indietro, è una questione di coscienza e non di campagna elettorale di chicchessia. Pur non essendo romano, ma vivendo nella Capitale praticamente da sempre e amando molto questa città, ho il dovere di rendermi attivo. Se mi viene chiesta una consulenza, ho il sacrosanto dovere di dire di sì. Intendiamoci bene, se venissi coinvolto, non chiederei in cambio un posto da assessore o quant’altro. La mia consulenza sarebbe gratis. Insomma, non ci sarebbero voti di scambio o scambi di reciproche promesse e cortesie». E aggiunge: «Scambiandomi in questi giorni messaggi con Marchini, alle mie obiezioni circa certe sue eventuali alleanze, Alfio mi ha risposto secco: io a questi non ho promesso nulla!». Poi chiarisce anche che «Alessandro Onorato, braccio destro di Marchini, è mio nipote, ma non è per una questione di parentela che io sono stato chiamato. La cultura, il teatro, il cinema che faccio sono al di sopra di beghe partitiche. Non cerco e non ho bisogno di raccomandazioni per fare il mio mestiere. Ritengo però che tutti noi artisti dovremmo rimboccarci le maniche». Infine una battuta: «Marchini ha detto che da sindaco non celebrerebbe delle nozze gay. Io lo farei di corsa».