Trump attacca i rifugiati: rischio 11 settembre
Il candidato repubblicano contro Cameron: «I rapporti con la sua Gran Bretagna non saranno buoni» Il premier di Londra ribatte: «Idee stupide sui musulmani». E Obama: «L’ignoranza non è una virtù»
Donald Trump cerca fondi, ma per ora incassa soprattutto critiche pesanti. Il più severo è il presidente Barack Obama che ieri, pur senza evocarlo direttamente davanti agli studenti della Rutgers University nel New Jersey, ha citato la costruzione di un nuovo muro sul confine messicano. « Un’idea assurda » espressa da «qualcuno che non sa di che cosa sta parlando». Conclusione di Obama:
«L’ignoranza non è una virtù». Sulla stessa lunghezza d’onda il premier britannico David Cameron, che è intervenuto a sostegno del sindaco di Londra, Sadiq Khan, nello scontro a distanza su un altro tema ormai classico del repertorio trumpiano: il divieto temporaneo per i musulmani di entrare negli Stati Uniti. «Una proposta divisiva, stupida, sbagliata», ha detto Cameron.
Così nel giro di ventiquat- trore il front-runner del Great Old Party si è preso dell’ «ignorante» e dello «stupido» dal presidente e dal leader del più stretto alleato degli Stati Uniti.
Ma Trump sembra fatto di amianto. Si «offende», «prende nota» e avverte Cameron che «i rapporti con la Gran Bretagna non saranno buoni» e poi rilancia, con un’intervista radiofonica. La domanda è se esiste il pericolo di un nuovo 11 settembre. Questa la risposta del tycoon di Manhattan: «Sì, penso di sì. Accadranno cose brutte, molte cose brutte. Ci saranno incredibili attacchi da parte delle persone che ora stanno venendo nel nostro Paese. Hanno i cellulari, ma non hanno soldi, non hanno niente. Chi paga le ricariche mensili? Hanno cellulari con la bandiera dell’Isis».
Questo resta il tono della campagna elettorale. Anche se c’è chi è convinto che Trump continui a forzare i toni per mantenere una specie di mobilitazione permanente tra gli elettori. Il costruttore newyorkese, in realtà, si trova davanti un passaggio difficile. Ha ancora bisogno di voti per spegnere le residue resistenze nel gruppo dirigente repubblicano. Nello stesso tempo ha la necessità di riprendere contatto con l’establishment per fi--
lo scontro finale con Hillary Clinton. Il miliardario, e questo è il vero paradosso, non ha più finanziamenti per la campagna. Nei giorni scorsi ha chiesto una mano a Steven Mnuchin, gestore di un hedge fund ed esponente di una delle
famiglie più in vista di New York. Mnuchin ha passato il fine settimana a Las Vegas, partecipando alla riunione annuale del Salt, un evento di tre giorni organizzato dal fondo SkyBridge Alternative, guidato da Antony Scaramucci. A Las Vegas si è presentata la nuova élite della finanza americana, in grado di influenzare la politica. Giusto per dare un’idea: nel 2015 i 25 top manager degli hedge fund hanno guadagnato 12,9 miliardi di dollari, in un anno mediocre per le borse. Ecco dove sono oggi i soldi negli Stati Uniti, molto più che tra i manager delle banche e delle grandi industrie. Il lavoro di Mnuchin sembra aver già dato qualche esito. Scaramucci, dopo aver appoggiato il governatore Scott Walker e Jeb Bush, ora punta apertamente su Trump. Sheldon Adelson, proprietario tra l’altro del Bellagio, l’hotel-casinò dove si è tenuto il convegno, ha promesso 100 milioni di dollari. T Boone Pickens, altro investitore pesante, si è messo in lista; Joshua Friedman, socio fondatore di Canyon Capital Advisor di Los Angeles, 21 miliardi di patrimonio, ha concesso un’apertura, come riporta il Financial Times: «Le posizioni prese dai candidati durante la campagna spesso si modificano quando entrano in carica. Vedremo, c’è ancora molta strada da qui a Novembre».
Trump, però, deve stringere: occorre almeno un miliardo di dollari.
In cerca di fondi Il tycoon non ha più soldi per la campagna: chiede una mano all’élite della finanza Accadranno cose molto brutte: incredibili attacchi da parte delle persone che vengono nel nostro Paese Hanno i cellulari, ma non i soldi Chi paga le ricariche? Hanno cellulari con la bandiera dell’Isis