Corriere della Sera

Trump attacca i rifugiati: rischio 11 settembre

Il candidato repubblica­no contro Cameron: «I rapporti con la sua Gran Bretagna non saranno buoni» Il premier di Londra ribatte: «Idee stupide sui musulmani». E Obama: «L’ignoranza non è una virtù»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Donald Trump cerca fondi, ma per ora incassa soprattutt­o critiche pesanti. Il più severo è il presidente Barack Obama che ieri, pur senza evocarlo direttamen­te davanti agli studenti della Rutgers University nel New Jersey, ha citato la costruzion­e di un nuovo muro sul confine messicano. « Un’idea assurda » espressa da «qualcuno che non sa di che cosa sta parlando». Conclusion­e di Obama:

«L’ignoranza non è una virtù». Sulla stessa lunghezza d’onda il premier britannico David Cameron, che è intervenut­o a sostegno del sindaco di Londra, Sadiq Khan, nello scontro a distanza su un altro tema ormai classico del repertorio trumpiano: il divieto temporaneo per i musulmani di entrare negli Stati Uniti. «Una proposta divisiva, stupida, sbagliata», ha detto Cameron.

Così nel giro di ventiquat- trore il front-runner del Great Old Party si è preso dell’ «ignorante» e dello «stupido» dal presidente e dal leader del più stretto alleato degli Stati Uniti.

Ma Trump sembra fatto di amianto. Si «offende», «prende nota» e avverte Cameron che «i rapporti con la Gran Bretagna non saranno buoni» e poi rilancia, con un’intervista radiofonic­a. La domanda è se esiste il pericolo di un nuovo 11 settembre. Questa la risposta del tycoon di Manhattan: «Sì, penso di sì. Accadranno cose brutte, molte cose brutte. Ci saranno incredibil­i attacchi da parte delle persone che ora stanno venendo nel nostro Paese. Hanno i cellulari, ma non hanno soldi, non hanno niente. Chi paga le ricariche mensili? Hanno cellulari con la bandiera dell’Isis».

Questo resta il tono della campagna elettorale. Anche se c’è chi è convinto che Trump continui a forzare i toni per mantenere una specie di mobilitazi­one permanente tra gli elettori. Il costruttor­e newyorkese, in realtà, si trova davanti un passaggio difficile. Ha ancora bisogno di voti per spegnere le residue resistenze nel gruppo dirigente repubblica­no. Nello stesso tempo ha la necessità di riprendere contatto con l’establishm­ent per fi--

lo scontro finale con Hillary Clinton. Il miliardari­o, e questo è il vero paradosso, non ha più finanziame­nti per la campagna. Nei giorni scorsi ha chiesto una mano a Steven Mnuchin, gestore di un hedge fund ed esponente di una delle

famiglie più in vista di New York. Mnuchin ha passato il fine settimana a Las Vegas, partecipan­do alla riunione annuale del Salt, un evento di tre giorni organizzat­o dal fondo SkyBridge Alternativ­e, guidato da Antony Scaramucci. A Las Vegas si è presentata la nuova élite della finanza americana, in grado di influenzar­e la politica. Giusto per dare un’idea: nel 2015 i 25 top manager degli hedge fund hanno guadagnato 12,9 miliardi di dollari, in un anno mediocre per le borse. Ecco dove sono oggi i soldi negli Stati Uniti, molto più che tra i manager delle banche e delle grandi industrie. Il lavoro di Mnuchin sembra aver già dato qualche esito. Scaramucci, dopo aver appoggiato il governator­e Scott Walker e Jeb Bush, ora punta apertament­e su Trump. Sheldon Adelson, proprietar­io tra l’altro del Bellagio, l’hotel-casinò dove si è tenuto il convegno, ha promesso 100 milioni di dollari. T Boone Pickens, altro investitor­e pesante, si è messo in lista; Joshua Friedman, socio fondatore di Canyon Capital Advisor di Los Angeles, 21 miliardi di patrimonio, ha concesso un’apertura, come riporta il Financial Times: «Le posizioni prese dai candidati durante la campagna spesso si modificano quando entrano in carica. Vedremo, c’è ancora molta strada da qui a Novembre».

Trump, però, deve stringere: occorre almeno un miliardo di dollari.

In cerca di fondi Il tycoon non ha più soldi per la campagna: chiede una mano all’élite della finanza Accadranno cose molto brutte: incredibil­i attacchi da parte delle persone che vengono nel nostro Paese Hanno i cellulari, ma non i soldi Chi paga le ricariche? Hanno cellulari con la bandiera dell’Isis

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Miliardari­o Donald Trump, candidato repubblica­no alla Casa Bianca (Ap)

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