Corriere della Sera

Sei stanze per una collezione

- Di Stefano Bucci

Otto artisti: Michelange­lo Pistoletto, Roberto Pugliese, Herbert Hamak, Hema Upadhyay, Subodh Gupta, Riyas Komu, Jacob Hashimoto, Hiroyuki Masuyama. Sei stanze: quelle di Palazzo Barbò di Torre Pallavicin­a, Bergamo. Una collezioni­sta: Hélène de Franchis. E una mostra: titolo Un racconto in sei stanze, a cura di Angela Madesani.

Questa la formula scelta dalla galleria «Studio la Città» di Verona per proporre (fino al 17 luglio, www.studiolaci­tta.it) un affascinan­te «dialogo tra opere d’arte contempora­nea e spazi cinquecent­eschi», quelli di Palazzo Barbò, appunto, dove nel 2014 erano state ospitate le fotografie della collezione di Massimo Minini. «E il racconto delle mie scelte, del mio gusto»: così Hélène de Franchis spiega l’idea da cui ha preso forma un’esposizion­e «che ha privilegia­to le installazi­oni di grandi dimensioni perché quelle piccole sarebbero letteralme­nte scomparse». Ecco così il Tavolo di Pistoletto, la sound art di Pugliese, la resina di Hamak, l’armadio con gli uccellini di terracotta di Upadhyay (che così ha voluto trattare un tema scomodo come la migrazione), il carrello di ottone di Gupta, la scultura che Komu ha dedicato al calcio, i paesaggi «concettual­i» di Hashimoto e Masuyama.

Un vero e proprio racconto, dunque. O meglio la prova di un dialogo (riuscito) tra ispirazion­i lontane che, chiarisce de Franchis, qui si ritrovano riunite «solo perché mi piacciono». Il resto non conta. Parola di collezioni­sta.

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