Torino Più visitatori, il Salone respira. Cambiare? La cautela di Ferrero
Tanto più che a divergenze e rivalità si aggiunse l’insopprimibile istinto a «flirtare» tatticamente con Maometto II. Persino da parte di qualche pontefice (non certo Pio II che nel 1464 si mise addirittura alla guida di una spedizione armata contro i turchi che avrebbe dovuto muoversi dal porto di Ancona, se il Papa non fosse morto proprio alla vigilia della partenza). Nel 1470, poi, la caduta di Negroponte in mano turca fu uno shock.
Trascorsero dieci anni e i maomettani sbarcarono a Otranto. Adesso era papa Sisto IV (1471-1484), in rapporti assai tesi con Lorenzo il Magnifico che a sua volta aveva relazioni conflittuali con lo Stato senese, con Ferrante d’Aragona regnante sul Mezzogiorno e con il duca di Urbino Federico da Montefeltro. I quali, per di più, avevano tra loro legami inficiati da reciproci sospetti. Maometto II si era infilato in queste rivalità offrendo un aiuto a Firenze (nel mentre dispiegava una politica di buone relazioni con Venezia). Fu quasi una fortuna che, come scrisse Niccolò Machiavelli, «Iddio fece nascere un accidente insperato, il quale dette al re ed al Papa ed ai Veneziani maggiori pensieri che quelli di Toscana». Fortuna altresì che, proprio alla viglia dello sbarco di Otranto, Ferrante d’Aragona si fosse rappacificato (a dispetto di papa Sisto IV) con Lorenzo il Magnifico. Altrimenti, quando dal nostro inviato
Alla fine della ventinovesima edizione del Salone del libro sono arrivati anche i numeri, i «dati veri, certificati fino alle 16 di ieri e poi con una proiezione su quelli dalle 16 alle 22, orario di chiusura del Lingotto», come ha tenuto a precisare la presidente Giovanna Milella, devota della trasparenza. I biglietti staccati sono 126.406 contro i 122.638 dello scorso anno e questo fa chiudere il Salone con un più 3,1%. Numeri che non permettono di gridare al trionfo (anche perché c’è un certo disincanto nell’accogliere qualunque cifra) ma che permettono di dire che «ce l’abbiano fatta». Le L’allarme Quando Costantinopoli fu espugnata dal sultano questi divenne agli occhi dei cattolici una specie di Anticristo, l’apocalittico dragone da debellare
La controffensiva La peste giocò un ruolo di primo piano allorché i napoletani presero a catapultare sugli islamici assediati carcasse di animali e cadaveri infetti analisi «spannometriche» di Ernesto Ferrero andavano già in direzione di una tenuta e, d’altro canto, pur partita in grave ritardo, la macchina del Salone va avanti da sola grazie a una squadra ben rodata che macina l’organizzazione.
Si chiude con il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, la grande installazione di libri nel cuore del Bookstock, fatto a pezzi perché i volumi possano rigenerarsi e seminare cultura, mentre già si pensa al Salone del futuro. Milella dice che ha mosso i primi passi e cita le candidature di due potenziali regioni ospiti (Toscana e Friuli Venezia Giulia).
Di che cosa succederà da domani si è congetturato a lungo in questi cinque giorni ma ufficialmente bisogna aspettare l’elezione del nuovo sindaco (il Comune è uno dei soci fondatori della kermesse), come ricorda l’assessore alla cultura della Regione, Antonella Parigi, e «prima dei nomi devono venire i progetti, le idee». Anche dei nuovi soci, naturalmente: i ministeri dei Beni culturali e dell’Istruzione e Intesa Sanpaolo.
Ferrero, il capitano richiamato a bordo per salvare la nave, ieri è stato salutato da una lunghissima ovazione. «Non potremo comunque rinunciare alla sua esperienza e ai suoi consigli» ha detto ancora Parigi. E lui subito ne ha dato uno riguardo alla necessità di un cambiamento radicale della formula, da molti evocato: «A chi dovrà metterci mano dico: andateci piano, studiate bene i dossier. Gli editori sono molto preoccupati dall’ossessione del cambiamento e questa è una macchina complessa». A fronte delle molte ipotesi su chi dovrà venire a rivoluzionare la rassegna, Ferrero ricorda che «possono arrivare allenato r i come Mourinho con meravigliosi modelli tattici ma non si va da nessuna parte se non c’è la squadra». Il direttore si toglie qualche sassolino dalla scarpa Smantellato il «Terzo Paradiso» di Pistoletto realizzato con i libri, poi distribuiti fra i lettori per scagliarlo contro la farraginosità della burocrazia ma anche contro «certe cronache malevole che sembravano pregustare la definitiva caduta di quello che veniva dipinto come un luogo di oscuro malaffare».
Gli editori sono il cuore del Salone, ha ricordato Ferrero: «Per loro è un’occasione di promozione straordinaria ma anche di vendita». Le consultazioni sue e di Giuseppe Culicchia, curatore dell’Officina degli editori indipendenti, parlano di dati positivi, in certi casi con sensibili crescite. «Nel 1988 ho partecipato alla prima edizione del Salone — ha ricordato Culicchia — e anche allora nessuno ci credeva » . Il che sembra un ottimo auspicio.