Corriere della Sera

La Dama Picasso di Almodóvar: lo conquistai con un abito sexy

Rossy de Palma: per «Julieta» mi ha trasformat­o in una vecchia antipatica

- Valerio Cappelli

stati sei anni insieme, ci siamo esibiti anche a Roma. Erano concerti teatrali».

Erano gli anni 80, quelli della movida.

In posa Rossy de Palma (51 anni) ieri sulla Croisette divertente. Lui stava preparando La legge del desiderio, il mio vestito andava bene per il personaggi­o transessua­le. Mi chiese se volessi un ruolo. Non avevo la percezione di fare l’attrice. Fu tutto spontaneo».

Ha parlato con Pedro dopo che il suo nome fu trovato nei Panama Papers?

«Mi sembra che ci sia molta ipocrisia da parte delle banche e dei governi. Di questo si parla nell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht che sto recitando al Piccolo di Milano».

Qualcuno all’inizio la scoraggiò, non rientrando nei canoni classici di bellezza?

«No, solo l’insegnante di danza classica mi disse che ero troppo grande per fare la ballerina. Non ho mai aspettato l’autorizzaz­ione di qualcuno. Nella vita, il diritto a fare ciò che vuoi, deve prevalere. Se non avessi fatto l’artista o non avessi dei figli, sarei stata una depressa».

È vero che da bambina spaccava le bambole?

«Volevo vedere quello che c’era dentro. Un concetto che ho messo in uno spettacolo dove paragonavo la vita a una cipolla: alla fine restano solo le lacrime».

Torna a Cannes dopo l’esperienza di giurata del 2015.

«I fratelli Coen, presidenti di giuria, dissero: non siamo qui per parlar male di qualcuno, ma per celebrare qualcosa: il cinema. Due settimane pazzesche, non volevo più tornare alla realtà. Ora sarà una toccata e fuga, Milano dove recito Brecht non è lontana, una compagnia affiatatis­sima, la regia di Michielett­o esalta la disuguagli­anza sociale del mondo. L’unica frontiera in cui credo è quella gastronomi­ca».

L’ultimo suo film italiano risale a molto tempo fa.

«Ma non è quello di Lina Wertmüller che si trova su Internet, Differenze La bellezza è la natura e il buon cuore, tutte cose semplici. La seduzione, invece, è facile e finta

non l’ho mai fatto. È Tu la conosci Claudia? con Aldo, Giovanni e Giacomo: 2004. La situazione del cinema italiano non la conosco, mi sembra che, come in Spagna, manchi una vera industria. Sono tanti i registi con cui lavorerei, Tornatore, i Taviani, Sorrentino, Bellocchio, Garrone, Moretti».

Cos’è per lei la bellezza?

«La bellezza è la natura e il buon cuore, tutte le cose semplici, non la seduzione, che è facile e finta».

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