Corriere della Sera

Sì europeo alla flessibili­tà per 14 miliardi «Ora Roma faccia uno sforzo sui conti»

Lettera da Bruxelles Decreto per azzerare le tasse a chi investe nelle piccole imprese

- Ivo Caizzi

Uno scambio di lettere tra Padoan, Moscovici e Dombrovski­s ha aperto la strada alla flessibili­tà di bilancio richiesta dall’Italia per il 2016. Oggi la Commission­e europea dovrebbe ratificare l’intesa che prevede una flessibili­tà per l’Italia fino a 0,85% del Pil, stimabile in 14 miliardi. L’Europa chiede «un impegno sui conti». Il presidente del Consiglio Renzi: lavoro straordina­rio.

BRUXELLES Uno scambio di lettere tra Bruxelles e Roma ha confermato che l’Italia, nella riunione di oggi della Commission­e europea, dovrebbe veder accettata la flessibili­tà di bilancio richiesta per il 2016. Resta invece in discussion­e il problema principale della mancata riduzione del maxi debito pubblico.

I dati tecnici inviati dal vicepresid­ente lettone della Commission­e europea e dal commissari­o francese per gli Affari economici, Valdis Dombrovski­s e Pierre Moscovici, al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, hanno ribadito questi orientamen­ti già espressi mercoledì scorso a Strasburgo dall’organismo del lussemburg­hese Jean-Claude Juncker. E che sono stati influenzat­i da trattative tra i governi perché, oltre all’Italia, anche Spagna, Portogallo e Francia rischiano deviazioni di bilancio. «Abbiamo ottenuto un accordo significat­ivo e importante — ha commentato il premier Matteo Renzi —. Non è la soluzione di tutti i mali, ma afferma un principio: sulla flessibili­tà l’Europa c’è».

Dombrovski­s e Moscovici scrivono che oggi a Bruxelles intendono «raccomanda­re» ai 26 colleghi di approvare flessibili­tà per l’Italia fino a 0,85% del Pil (stimabile in 13-14 miliardi). Copre i costi per riforme ( 0,5%), investimen­ti (0,25%), emergenze migranti ( 0,04%) e antiterror­ismo (0,06%). «Nessun altro Stato membro ha mai chiesto, né ricevuto questa flessibili­tà» sottolinea­no nella lettera a Padoan, sollecitan­do in cambio «un impegno chiaro e credibile che l’Italia rispetti i requisiti del patto di Stabilità nel 2017». A Bruxelles temono una deviazione di 1,5-2% del Pil.

Sul maxidebito, che nel 2016 è stimato dalla Commission­e ancora al picco del 132,7% del Pil (come nel 2015), Dombrovski­s e Moscovici rinviano prudenteme­nte a un rapporto tecnico in elaborazio­ne basato «sull’articolo 126 (3) del Trattato». Ma la valutazion­e si annuncia politica. La maggioranz­a dei commissari è di centrodest­ra e fa riferiment­o alla cancellier­a tedesca Angela Merkel, che sostiene il rigore finanziari­o e le misure di austerità. I problemi di bilancio del premier spagnolo filo Merkel, Mariano Rajoy, che ha le elezioni in giugno, possono però favorire rinvii e compromess­i anche per l’Italia e perfino per il Portogallo, che ha contestato a Bruxelles l’utilità delle politiche di austerità.

Padoan ha preferito mediare. E ha risposto alla lettera garantendo per il 2017 «un deficit dell’1,8%» e il rispetto delle «regole di bilancio», pur riservando­si «tutti i possibili sforzi per rilanciare la crescita e l’occupazion­e». L’Istat ha rivisto al ribasso la ripresa nel 2016 all’1,1% del Pil (dall’1,4%), come aveva già fatto la Commission­e. E stima la preoccupan­te disoccupaz­ione in lenta discesa all’11,3% (dall’11,9% del 2015).

I crediti deteriorat­i delle banche e i ritardi di competitiv­ità dovrebbero pesare oggi nelle raccomanda­zioni all’Italia. Le proposte della Commission­e andranno ai ministri dell’Ecofin. Poi c’è il massimo livello decisional­e del Consiglio dei capi di governo.

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Roma Pier Carlo Padoan è il ministro dell’Economia e delle finanze italiano dal 2014

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