«Gli stranieri? Basta l’anagrafe per riconoscere l’adozione gay»
Per vedere riconosciuta la stepchild adoption gay basterà che si rivolgano all’anagrafe: lo ha deciso il Tribunale dei minori di Bologna sul caso di Eleonora Beck e Liz Joffe, la coppia lesbica italoamericana la cui vicenda era arrivata fino alla Corte Costituzionale. La decisione si basa proprio sulla sentenza della Consulta di aprile scorso e le adozioni gay estere vengono così riconosciute in automatico anche in Italia. «Finora però i pubblici ufficiali in prevalenza avevano negato la trascrizione e costretto le coppie a rivolgersi ai giudici — commenta il legale della coppia, Claudio Pezzi —. È importante che si sia fatta chiarezza nonostante una interpretazione non pienamente condivisibile della Consulta ». Che avevano trattato le due donne come cittadine straniere, anche se Eleonora, che ha pure la cittadinanza italiana aveva chiesto di trascrivere in Italia l’adozione cogenitoriale della figlia non biologica (partorita dalla moglie Liz) proprio perché potesse diventare italiana. Un fatto a cui fa riferimento anche la decisione del Tribunale di Bologna: «La Consulta ha disatteso, invero, il rilievo fatto proprio da questo tribunale, in merito alla cittadinanza italiana della ricorrente al momento della introduzione della domanda: elemento però su cui non si intende fondare ulteriori punti motivazionali», scrive il presidente Giuseppe Spadaro, che quindi ha considerato l’atto un comune «provvedimento straniero in materia di adozione sottoposto a riconoscimento automatico mediante trascrizione a cura dell’ufficiale di stato civile negli appositi registri».