Corriere della Sera

Riforma dei partiti, scontro Pd-M5S E passa la norma «salva Pizzarotti»

Sì al codice civile anche sulle sanzioni. Il sindaco pronto al ricorso al Tar in caso di espulsione

- Virginia Piccolillo

La bocciatura Bocciato l’emendament­o dei 5 Stelle che voleva eliminare l’obbligo di democrazia interna Fiano (Pd) Loro hanno un problema con la parola democrazia Per noi le regole sono essenziali

ROMA L’intento dichiarato è difendere la democrazia interna dei partiti. Il sospetto dei Cinquestel­le» è che si voglia utilizzare la legge di riforma dei partiti come clava contro il Movimento, in piena crisi Pizzarotti.

É in questo scenario che ieri, alla Camera, si è consumato uno scontro in commission­e Affari costituzio­nali tra Pd e M5S. Nel centrosini­stra si esulta: è stato bocciato l’emendament­o dei Cinquestel­le che voleva eliminare l’obbligo di democrazia interna ai partiti. Ma soprattutt­o ne è passato un altro del presidente della commission­e Andrea Mazziotti (Scelta civica) ribattezza­to salva-Pizzarotti, dal sindaco di Parma indagato e che i grillini vogliono espellere accusandol­o di mancata trasparenz­a, e che in sostanza impone a partiti e movimenti l’applicazio­ne almeno del codice civile nell’organizzaz­ione interna. In pratica se un partito o un movimento vuole avere dei principi diversi, dovrà esplicitar­lo in un regolament­o o in un semplice accordo e pubblicarl­o sul suo sito. Dunque, nel caso di Pizzarotti, poiché il M5S non ha uno Statuto né un regolament­o ufficiale che disciplini la vita interna del partito, si applichere­bbe il codice civile, in base al quale la sanzione deve essere decisa a maggioranz­a dall’assemblea degli iscritti. Un secondo emendament­o, sempre di Mazziotti, prevede che, in assenza di regolament­azione diversa, il simbolo del partito è di proprietà dello stesso. E in caso di modifiche, decide l’assemblea degli iscritti o degli associati.

Ma Danilo Toninelli del M5S assicura che è «solo una strumental­izzazione» e minimizza: «Il codice civile vale per tutti, ma non c’entra nulla». Toninelli spiega poi che il suo obiettivo era cancellare il principio per cui «se non sei un partito verticisti­co e strutturat­o come il Pd non puoi presentart­i alle elezioni». Obiettivo, a suo dire, raggiunto. Tanto è vero — conclude — che il M5S alla fine ha votato a favore degli emendament­i Mazziotti.

Quanto a Pizzarotti, sarebbe sul punto di essere espulso. E i suoi legali starebbero meditando un ricorso al Tar. Anche se lui frena: «Tempo al tempo, prima la mia riposta alla loro mail, poi vedremo». «Valuteremo la difesa del sindaco» dice in serata il deputato m5s Alessandro Di Battista. Pino Pisicchio del gruppo Misto insiste: «Se l’M5S, non è in grado di offrire tutela alle minoranze, è un vulnus. Anche se nessuna forza politica è estranea a critiche». «I Cinquestel­le hanno un problema con la parola democrazia. Per noi regole comuni minime di trasparenz­a e certezza sono essenziali», rincara il dem Emanuele Fiano. «Vediamo se questa trasparenz­a la difenderan­no ora che discuterem­o delle fondazioni: vera cassaforte della politica», ribatte Toninelli. E il blog di Grillo lancia una sfida ai partiti: la Carta dell’onestà.

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In Grecia Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ieri a Creta con le autorità dell’isola greca

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