La vicenda
007 o latitante Ho lasciato l’Italia per motivi che certo non racconto. All’inizio i libici pensavano che fossi una spia. Poi hanno capito: voglio stare solo Karim. Il valoroso Karim, decorato sul campo».
Dell’Italia, Giulio Karim Lolli non vuol più sapere nulla: «L’ammetto, ho combinato qualche leasing farlocco per salvare l’azienda. Ma non ho mica mai ammazzato nessuno! E poi ho già saldato i miei conti con la giustizia: quando stavo nel carcere libico, di me non gliene fregava niente a nessuno. E quando sono uscito han provato anche a rapirmi, a rimpatriarmi stile Eichmann. Oggi per fortuna non succede più: l’ambasciata italiana, anzi, voleva che collaborassi a un progetto approvato dalla Marina militare di Misurata per costruire qui le barche!...». Ma in questi anni è mai uscito dalla Libia? Una risata: «A questa domanda rispondo un’altra volta…».
Mercenaria I miliziani parlano ancora di una mitizzata «Laura», una giornalista che nel 2011 sparava sui gheddafiani e aveva un coraggio incredibile
Lost In Transition
C’è una piccola e misteriosa Italia scomparsa nell’interminabile transizione libica, perduta in una terra senza legge. Nessuno la cerca, pochi ne parlano. Pregiudicati e spregiudicati. Avventurieri e bancarottieri. Combattenti e mercanti. Lolli non è solo. Quando vai a Zintan, i miliziani ancora narrano d’una mitizzata “Laura” che
Giulio Lolli, alias Karim (nel disegno) ha 51 anni. In Italia era commerciante di yacht con 32 milioni di fatturato
È scappato dopo essere finito in manette per bancarotta fraudolenta e corruzione
Durante la rivoluzione del 2011 si è arruolato
La linea è l’ombra. Ogni giornata, un azzardo. 007 sparpagliati per Tripoli, attenti ai contatti imprudenti. Un ex impiegato venuto via da Brescia, nessuna voglia di tornare a casa. Una silenziosa signora L. che al telefono ti dice: «Per sopravvivere, non parlo con nessuno». I contractor delle grandi aziende, lasciati mesi a esigere eterni crediti. Talvolta rapiti, spesso inghiottiti nel pozzo nero di storie estreme. Vi dice niente il caso di Franco Giorgi? Da più d’un anno è un ostaggio. L’ennesimo. La Farnesina ha fatto di tutto perché non se ne sapesse nulla. L’abbiamo scoperto per caso, quand’è uscito un rapporto Onu sul traffico d’armi che lo citava: ascolano, 72 anni, professione mediatore, Giorgi è sbarcato a Tripoli nel marzo 2015 ed è sparito nel nulla.
Di lui rimane solo una telefonata concitata, otto mesi fa, per chiedere aiuto. Nient’altro. L’uomo è abituato ai guai: il suo nome circolò nei Balcani ai tempi di Karadzic. Fu ascoltato anche dalla commissione parlamentare sull’uccisione d’Ilaria Alpi. Dicono che qui volesse recuperare i soldi d’una fornitura d’armi da 28 milioni di dollari, destinatarie le milizie di Zintan. Ora si sta negoziando perché ce lo ridiano, riscatto base trecentomila euro. «Ho tanti amici, eppure non ne sapevo nulla», si stupisce Giulio Karim. Gli han chiesto di chiedere in giro. Con discrezione. «Se posso dare una mano a un italiano, perché no? Ma non sarà facile. La Libia non è un posto facile».