La vicenda
Venerdì scorso i carabinieri del Nas di Milano hanno arrestato a Fiumicino Severino Antinori
Il ginecologo, interdetto dalla professione per un anno, è accusato di aver prelevato otto ovuli a una infermiera spagnola 24enne, contro la sua volontà. L’intervento sarebbe avvenuto nella sua clinica Matris di Milano
E ora spuntano i nomi e cognomi delle giovani donne che si sono sottoposte a pesanti cure ormonali e sono entrate in sala operatoria per farsi prelevare gli ovuli. Tutto in cambio, con ogni probabilità, di soldi. Pochi. Arrivavano da Cuba, dalla Romania, dall’Albania, ma anche dal Mezzogiorno le ragazze che vendevano i propri ovociti nella clinica Matris di Milano. Nei fascicoli dell’inchiesta che venerdì ha portato agli arresti Severino Antinori, 70 anni, il ginecologo delle gravidanze a tutti i costi, ce n’è uno che s’intitola donatrici. I loro passaporti sono soprattutto di Paesi poveri, dove il problema è riuscire a campare: per loro, entrare nel business della fecondazione eterologa ( eseguita con gli ovuli o gli spermatozoi esterni alla coppia) può sembrare un’occasione.
Ma ci sono anche le carte d’identità italiane: Messina e Bari, le città di nascita. Solo in un caso il domicilio è Milano, per il resto dev’essere stata una toccata e fuga in città per vendere gli ovuli e poi tornare a casa. I dati spesso sono farraginosi: c’è la data di nascita, ma a volte manca la città d’origine, altre la residenza. Del resto, ad Antinori era già stata contestata anche negli anni scorsi la scarsa trasparenza