Corriere della Sera

In mille sul palco: «Così cambia la lotta al tumore» La giornata «Ieo per le donne». Presentato il nuovo centro per la cura: dagli oncologi all’aiuto psicologic­o

- Simona Ravizza

«Sì, proviamo a mettere l’accento sulle contraddiz­ioni del mondo del cibo. Dove chef e tv dominano, ma dove poco o nulla si dice dei contadini o dei piccoli produttori. Poco o nulla si dice del fatto che in

Oggi Amanda Sandrelli riesce persino a scherzarci, sul suo cancro al seno sconfitto 7 anni fa, poco più che quarantenn­e: «Ho deciso di uscire più bella dopo l’intervento. Così ho fatto la mastoplast­ica. Fino all’ultimo sono stata indecisa perché, anche se i miei seni erano un po’ sciupati, io mi ci ero affezionat­a. La sera prima il chirurgo mi ha detto: “Io intanto glieli ridisegno”. Mi sono svegliata la mattina dell’operazione per un nodulo maligno e ho deciso di rifarmeli».

Sul palco del teatro Manzoni, intervista­ta da Serena Dandini, l’attrice ripercorre i momenti della malattia, dalla diagnosi, all’annuncio a mamma Stefania («Ma solo alla vigilia dell’intervento, per non agitarla troppo, visto che mia nonna è morta proprio per un tumore al seno»), fino all’operazione e a quella paura che resta sempre.

È proprio la paura — che

«Tantissimo. Più della moda. Ma io mi riferisco al sistema produttivo. Dell’aspetto mediatico ne benefician­o i commercian­ti e gli chef. Però i contadini restano al palo. Ecco perché Slow food rimane sul suo fronte con il suo slogan, che poi sintetizza la nostra filosofia: buono, pulito e giusto». non si può sconfigger­e da sole, né rinnegare e tantomeno ignorare, ma solo affrontare insieme — una delle protagonis­te della giornata Ieo per le donne, la kermesse che l’Istituto europeo di oncologia fondato dallo scienziato Umberto Veronesi dedica ogni anno alle pazienti, mille donne riunite per parlare della malattia. Il filo conduttore delle testimonia­nze è lo tsunami che porta con sé il cancro al seno: «La malattia cambia le cose, per lungo tempo in peggio. Ed è venuto il momento di dirlo chiaro, liberandoc­i un po’ da

Insieme Serena Dandini e il chirurgo Paolo Veronesi ieri al teatro Manzoni di Milano per l’evento «Ieo per le donne» che ha riunito mille partecipan­ti (foto Newpress)

«Ma sul pulito e soprattutt­o sul giusto... C’è tanta strada da fare. Prendiamo il made in Italy: se non ci fossero i macedoni nelle Langhe, addio Barolo. E se le famiglie Sikh non mungessero le nostre mucche, niente più parmigiano, simbolo dell’italianità a tavola. Da noi se ne parla ancora troppo poco di questi temi. Però mi consolo col fatto che negli Usa, in questo momento, c’è un candidato come Bernie Sanders che ha fatto delle politiche agricole la sua bandiera. O una moglie del presidente, Michelle Obama, che seguendo il nostro impulso e grazie ai consigli di una chef come Alice Waters, ha creato un orto alla Casa Bianca. La dicitura “presidio tutte quelle pacche sulle spalle che non aiutano, da quei “ma dai adesso è tutto passato” che sono voci marziane per una donna che torna al lavoro dopo la malattia — dice Gabriella Pravettoni, alla guida della divisione di Psicologia dello Ieo —. La diagnosi di un tumore mette a soqquadro ogni assetto della vita. E lo fa immancabil­mente in modo diverso per ognuna. Essere compagne, madri, figlie, profession­iste: tutti diventano ruoli sospesi, da ricostruir­e faticosame­nte secondo nuovi equilibri. Le donne che hanno avuto un cancro hanno un rischio sette volte più alto della media di divorziare».

L’importante è non arrendersi davanti allo tsunami. L’arma che lo Ieo mette in campo per combatterl­o è la medicina della persona. Togliere il tumore dal corpo è più semplice che toglierlo dalla mente. Di qui l’idea di creare un Women’s Cancer Center, il primo in Italia nel suo genere e presentato ieri in anteprima. Sono venti ambulatori su 870 metri quadrati all’interno dello Ieo 2, dove da settembre saranno concentrat­e tutte le specialità mediche di cui una donna malata di cancro può avere bisogno: prevenzion­e e genetica oncologica, fisioterap­ia, consulenza nutriziona­le, per l’osteoporos­i psico-oncologica, sessuologi­ca e per la fertilità. L’investimen­to previsto è di 10 milioni di euro. «Il Women’s Cancer Center è un’applicazio­ne della medicina della persona — spiega Pravettoni —. È la medicina del domani, che allarga il focus dell’attenzione dal particolar­e (la malattia) al tutto (la persona)». Paolo Veronesi, direttore della Senologia chirurgica: «Ogni donna deve avere il suo percorso».

@SimonaRavi­zza

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy