Ucina e Nautica Italiana riaprono il dialogo per il rilancio del settore
Tacoli e Demaria: puntare sulla filiera, servono più saloni
Un anno fa la rottura. Con la nascita di una seconda associazione, Nautica Italiana, in (aperta) contrapposizione con Ucina, l’unione aderente a Confindustria delle imprese della nautica da diporto. Ieri il primo riavvicinamento. A sondare l’umore di Carla Demaria, numero uno di Ucina, ci pensa proprio Lamberto Tacoli, presidente di Nautica Italiana, una vita nel gruppo Ferretti, alla prima edizione del Montenapoleone Yacht Club. «Ciò che conta — dice Tacoli — sono i contenuti e con Ucina vogliamo riattivare un dialogo che non si è mai sopito».
Le cronache giornalistiche raccontarono allora di una spaccatura insanabile. Baglietto, Ferretti, Azimut-Benetti e altre storiche realtà della cantieristica made in Italy decisero di uscire da Ucina. La diaspora si riverberò anche sul Salone nautico di Genova. La spaccatura — a ben vedere — aveva radici più profonde. Si originò dal decreto Salva Italia di Monti che nel 2011 introdusse la supertassa sulle imbarcazioni di lusso giustificandola come misura di equità e di ridistribuzione fiscale. Monti era stato dipinto come il salvatore di un Paese sull’orlo del baratro e il governo era a caccia di introiti per l’erario. Peccato, sostengono ancora oggi unanimi i produttori della nautica, che fu un autogol. Oltre 40 mila natanti fuggirono
A trainare il settore oggi sono soprattutto le esportazioni di matrice asiatica
all’estero abbandonando i nostri porti. Si persero posti di lavoro. Il tutto per qualche milioncino in più finito nelle casse pubbliche.
Ora è tempo di ricucire. Come? «Ritrovando l’orgoglio di una filiera di eccellenza dell’Italia e del mondo», dice Demaria. «Facendo della nautica il motore di quella attività di turismo costiero fondamentale per il rilancio del Paese», secondo Leonardo Ferragamo, presidente onorario di Altagamma. «Partendo dal concetto di mare», come sottolineato da Guglielmo Miani, padrone di casa, e «facendo in modo che i buoni propositi si tramutino in atti concreti», come ha detto l’avvocato Giandomenico Boglione.
Nautica Italiana ha firmato uno storico accordo con FieraMilano per realizzare un salone indoor che dovrebbe integrarsi Veliero Il Maltese Falcon, clipper di 288 piedi (88 metri) costruito da Perini Navi nel 2005. Il cantiere di Fabio Perini ha appena varato Sybaris, un ketch di 70 metri con il Salone di Genova. Non un’aperta contrapposizione tra le due città, ma la volontà di crescere in un settore che sta facendo registrare risultati. A trainarlo soprattutto l’export di matrice asiatica. Demaria sottolinea che l’avvicinamento è possibile, a condizione di superare i personalismi e di essere molto concreti.
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