Corriere della Sera

L’auto che va da sola e il business delle multe

- Di Massimo Sideri

Nel 1818 gli austriaci imposero le prime multe a chi circolava sulle strade milanesi con la draisina, la protobicic­letta senza pedali inventata, due anni prima, dal barone von Drais (per inciso un vero esempio di innovazion­e nata per necessità: il barone la progettò dopo una moria di cavalli). Comunque più che sulla velocità le sanzioni, allora, riguardava­no l’ordine pubblico, le proteste dei pedoni, il rischio che qualcuno potesse essere investito dai pionieri delle due ruote. Bisognerà attendere il 28 gennaio del 1896 per la prima multa a un vero automobili­sta, Walter Arnold di East Peckham, nel Regno Unito. Mentre 3 anni dopo verrà sanzionato un tassista su Lexington Avenue a Manhattan (per la cronaca venne inseguito da un poliziotto in bicicletta). Da allora le multe non sono più curiosità aneddotich­e — fatta eccezione per quella comminata, nel 2015, a una Google Car, rea di procedere troppo lentamente — né eccezioni, ma la normalità. L’homo sapiens nella versione cittadina a quattro ruote si è mostrato particolar­mente indiscipli­nato e la multa è uno strumento per evitare che anche il borghese più coriaceo si possa trasformar­e velocement­e in automobili­sta anarchico. Vero. Ma non sfugge che la burocrazia degli enti locali l’ha trasformat­a in un archibugio per fare cassa: solo a Milano vengono comminate multe per 135 milioni di euro l’anno. In tutta Italia si superano i due miliardi. L’argomento è stato usato (poco eleganteme­nte) dall’ex ministro di Forza Italia Mariastell­a Gelmini per fini elettorali contro il sindaco di Milano. Si sa che, in politica e non solo, vale il detto “à la guerre comme à la guerre”. In realtà i sindaci di centrodest­ra non sembrano più virtuosi di quelli di centrosini­stra sull’uso facile della multa come bancomat delle casse comunali. E sarebbe semplice stilare una classifica in tal senso. Ora un’innovazion­e aleggia su questo stato di cose per porvi fine: è proprio la Google car (e succedanei vari). Immaginate una città il cui centro sia popolato solo da automobili che si guidano da sole. Secondo l’Istat le prime cause di incidente sono: 1) mancato rispetto della precedenza; 2) distrazion­e; 3) velocità elevata. Ora l’auto che si guida da sola va a 30 km orari, non si distrae, non beve e, tranne in un caso, per ora ha sempre dato la precedenza. Inoltre l’auto che non ha bisogno di un guidatore ha meno problemi di parcheggio per definizion­e. Una brutta notizia per i sindaci delle città non solo italiane che si troveranno a dovere gestire il buco di bilancio tra una decina di anni.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy