Chilometri in vasca, atletica e un biomeccanico il «modello Morini» alla conquista dell’Europa
LONDRA Stefano Morini detto il Moro, il tecnico del campione, dice che alla base «ci vuole il legno buono». Poi però c’è il lavoro al Centro federale di Ostia, un luogo di allenamenti e di vita in comune che sta diventando un modello pure per gli stranieri. Non a caso sul podio con Paltrinieri e Detti — che oggi tornano in vasca per la batteria degli 800 sl — c’era l’ucraino Mykhaylo Romanchuk, bronzo con record personale abbattuto di 7”. Il ragazzo è stato a Ostia per un mese a inizio anno: dopo i primi allenamenti si trascinava come un Fantozzi nella Legione straniera, poi ha preso il ritmo e i risultati si sono visti. È il «modello Morini», che per Paltrinieri & co. prevede un menu settimanale di 10 sedute da 8-9 km l’una più 3 in palestra. Carichi mostruosi che portano, per esempio, a un doppio riscaldamento pregara così concepito: 4 km che finiscono 40’ prima del tuffo, poi, indossato il costume da gara, altri 400 metri prima di entrare in camera di chiamata. «Il lavoro che fanno loro non lo fa nessuno», dice Morini. Non pensiamo però a esecutori ottusi: «L’allenamento va interpretato». Alla quantità si abbina la parte atletica con Marco Lancissi e la qualità col biomeccanico Ivo Ferretti, che Greg ha ringraziato appena uscito di vasca: da qui nasce la frequenza di 43 cicli al minuto di Paltrinieri (34 quella di Detti), da qui nascono i miglioramenti sull’ampiezza della bracciata. Il fattore umano, poi, dà il tocco finale: «Greg e Gabriele per me sono come figli: eccezionali a livello umano e con la maturità di un adulto. E bravissimi a sopportarmi...».