È la dittatura del Siviglia Liverpool k.o. e triplete storico
Un, dos, tres. Avanti di questo passo bisognerà chiamarla Coppa Siviglia, e spedirla direttamente al SánchezPizjuán già in settembre. Tre gol al Liverpool (a uno) e terzo successo consecutivo, come nessun altro era mai riuscito a fare in 45 edizioni del secondo trofeo europeo. Dopo Benfica (2014) e Dnipro (2015) stavolta è toccato ai Reds arrendersi alla dittatura andalusa, al termine di una partita splendida e spaccata esattamente in due, come una mela: un tempo per uno, il primo inglese, il secondo spagnolo. La differenza è stata tutta nella diversa risolutezza: nella frazione di spettanza i boys di Klopp ne hanno fatto uno, gli altri tre. Non sono però mancate le polemiche, per via di un arbitraggio scadente: nel primo tempo c’erano due rigori enormi per il Liverpool, entrambi per fallo di mano in area, ma l’arbitro Eriksson — considerato uno dei migliori al mondo — ha tirato dritto. Per sua fortuna fra un episodio e l’altro Sturridge al 35’ aveva spezzato l’equilibrio portando in vantaggio i suoi con un’angolatissima magia di esterno sinistro. Una rete superba, molto futsal, che ha fatto impazzire gli inglesi arrivati al St. Jakob di Basilea. Pronti alla festa, loro. Non avevano però fatto i conti con la tenacia dei andalusi, che a sorpresa hanno pareggiato i conti giusto un minuto dopo il rientro dagli spogliatoi: Mariano sfonda sulla destra e serve Gameiro al quale basta un appoggio agevole. Da lì, tutta un’altra partita. È stata una crescita impetuosa e fatale quella degli uomini di Emery, mentre il Liverpool è finito presto in ginocchio. Non a caso al 19’ è arrivato il sorpasso con Coke: destro a giro dal limite a chiudere una delle molte sfrecciate in contropiede dei sivigliani, devastanti quando riescono a prendere campo in velocità. Li stendi prima o ti stendono loro: non averlo capito è stato il secondo dei due errori che sono costati la coppa. Il primo, invece, è stato non averla chiusa quando ce n’era la possibilità. Il 3-1 ancora con Coke, destro da pochi passi, facile facile: una doppietta che, oltre al triplete, vale l’iscrizione alla Champions. Nada mal, niente male.