Corriere della Sera

È la dittatura del Siviglia Liverpool k.o. e triplete storico

- Carlos Passerini

Un, dos, tres. Avanti di questo passo bisognerà chiamarla Coppa Siviglia, e spedirla direttamen­te al SánchezPiz­juán già in settembre. Tre gol al Liverpool (a uno) e terzo successo consecutiv­o, come nessun altro era mai riuscito a fare in 45 edizioni del secondo trofeo europeo. Dopo Benfica (2014) e Dnipro (2015) stavolta è toccato ai Reds arrendersi alla dittatura andalusa, al termine di una partita splendida e spaccata esattament­e in due, come una mela: un tempo per uno, il primo inglese, il secondo spagnolo. La differenza è stata tutta nella diversa risolutezz­a: nella frazione di spettanza i boys di Klopp ne hanno fatto uno, gli altri tre. Non sono però mancate le polemiche, per via di un arbitraggi­o scadente: nel primo tempo c’erano due rigori enormi per il Liverpool, entrambi per fallo di mano in area, ma l’arbitro Eriksson — considerat­o uno dei migliori al mondo — ha tirato dritto. Per sua fortuna fra un episodio e l’altro Sturridge al 35’ aveva spezzato l’equilibrio portando in vantaggio i suoi con un’angolatiss­ima magia di esterno sinistro. Una rete superba, molto futsal, che ha fatto impazzire gli inglesi arrivati al St. Jakob di Basilea. Pronti alla festa, loro. Non avevano però fatto i conti con la tenacia dei andalusi, che a sorpresa hanno pareggiato i conti giusto un minuto dopo il rientro dagli spogliatoi: Mariano sfonda sulla destra e serve Gameiro al quale basta un appoggio agevole. Da lì, tutta un’altra partita. È stata una crescita impetuosa e fatale quella degli uomini di Emery, mentre il Liverpool è finito presto in ginocchio. Non a caso al 19’ è arrivato il sorpasso con Coke: destro a giro dal limite a chiudere una delle molte sfrecciate in contropied­e dei sivigliani, devastanti quando riescono a prendere campo in velocità. Li stendi prima o ti stendono loro: non averlo capito è stato il secondo dei due errori che sono costati la coppa. Il primo, invece, è stato non averla chiusa quando ce n’era la possibilit­à. Il 3-1 ancora con Coke, destro da pochi passi, facile facile: una doppietta che, oltre al triplete, vale l’iscrizione alla Champions. Nada mal, niente male.

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