Nell’agenzia che affitta uteri
Una giornata in incognito in un hotel romano: l’incontro, i colloqui, i moduli da firmare
«Sono qui perché voglio aiutarvi a ottenere quello che volete nel minor tempo possibile e al prezzo più economico » . Il direttore dell’agenzia Extraordinary Conceptions è arrivato a Roma da San Diego, in California, per incontrare le coppie che hanno intenzione di ricorrere all’utero in affitto. Una pratica che è vietata dalla legge e viene punita con la reclusione fino a due anni.
ROMA L’appuntamento è all’una in un albergo a cinque stelle della Capitale, proprio di fronte alla stazione Termini. Mario Caballero, direttore e fondatore dell’agenzia Extraordinary Conceptions, è arrivato apposta da San Diego in California per incontrare le coppie che vogliono ricorrere all’utero in affitto. Una pratica vietata dalla legge 40 che punisce con la reclusione fino a due anni «chiunque realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità» in Italia.
«Sono qui — dice — perché voglio aiutarvi a ottenere quello che volete nel minor tempo possibile e al prezzo più economico. Vogliamo espanderci nel vostro Paese. Per questo sto anche girando un documentario con una società di produzione romana».
In tutto siamo cinque coppie eterosessuali. Ma altre ne arriveranno. La lista della tappa romana ne conta più di una decina. Oltre agli appuntamenti previsti per domani a Firenze, sabato e domenica a Milano. Caballero rompe il ghiaccio raccontando la sua storia personale: «Mia moglie si è sottoposta a sette inseminazioni artificiali e 13 fecondazioni in vitro. Abbiamo speso 300 mila dollari e buttato via otto anni di vita prima di avere
«Qui da voi è vietato, ma ci sono tre avvocati che vi seguiranno. Però si deve fare in fretta»
due gemelli con una madre surrogata». E qui evoca Dio: «Una gravidanza extrauterina è stato il segnale mandato dal Signore per dirci che dovevamo cambiare strada». Capelli brizzolati e spettinati, camicia a righe e giacca, Caballero ci tiene a stabilire con noi un contatto emotivo. «Interrompetemi quando volete — dice —, non voglio che usciate di qui con dei dubbi».
Ma sul fronte legale tentenna e cerca di svicolare. «Qui in Italia questa pratica è vietata, come ci garantisce che potremo registrare il figlio come nostro?» chiede uno dei maricorreggiamo. ti. «Ci sono tre avvocati italiani che si occupano di tutto — assicura —, in dieci anni non abbiamo mai avuto un problema. I vostri figli avranno il passaporto americano e voi sarete segnati come loro genitori. Qualche giorno fa è tornata a Roma una donna che ha avuto due gemelli. E poi c’è quell’italiano. Come si chiama...». Mario si ferma, va nell’altra stanza e riappare con un block notes. « Nichi Vendula » esclama trionfante. «Ah sì, Vendola» lo «Ecco sì, Vendola, lui ha avuto un maschietto e ora è qui a Roma». Che in Italia si corra qualche rischio Caballero, però, lo sa bene tanto che a una coppia consiglia di «sbrigarsi prima che entrino in vigore nuove leggi».
A questo punto l’imprenditore tira fuori una mappa degli Stati Uniti d’America e cerca di aprirla, in modo un po’ maldestro, sulla parete di fronte a noi. Punta il dito sulla costa est e annuncia trionfante che Extraordinary Conceptions ha aperto un nuovo ufficio lì proprio per noi europei. Dove? «In Carolina del Nord perché la California — ci spiega — è invasa dai cinesi che stanno facendo lievitare i prezzi. Prendono anche tre surrogate contemporaneamente per avere quattro o cinque figli alla volta. Li vogliono tutti rigorosamente maschi». «Ma cosa ci fanno con tutti questi bambini? Potrebbero venderli! » chiede una donna stupita. «Assolutamente no, noi incontriamo tutte le coppie, se poi non ci piacciono le scartiamo. A un uomo che aveva novantatré anni abbiamo detto di no».
E le madri surrogate? Chi ci assicura che non cambieranno idea? «No, una volta firmato il contratto — dice — non è possibile. Alla portatrice facciamo anche fare un test psicologico che attesta che è sana di mente così non può appellarsi a un giudice e dire che non sapeva quello che faceva». Per tutta la gravidanza le madri vengono seguite da una psicologa «perché devono capire — spiega — che questo è un business, non devono essere emotive devono pensare al business. Io glielo dico sempre».
A noi non resta che andare sul sito dell’agenzia, sfogliare i cataloghi e scegliere sia la potenziale madre surrogata che la donatrice. Poi si redige il contratto e «allora, solo allora — ci tiene a precisare Caballero — dovrete pagare una prima
rata». Molto importanti sono i termini dell’accordo: «Che tipo di relazione volete con questa donna? La volete sentire spesso oppure mai? Volete che conosca la vostra identità o preferite rimanere anonimi?».
Quanto costa in totale il percorso? «Io non parlo mai di soldi — si schermisce — però rispetto ai cinesi vi faccio pagare 15 mila dollari in meno». Perché? «Ve l’ho detto! Vogliamo espandere il business qui in Italia e poi qui c’è la crisi». Tornati in redazione i conti li facciamo noi: tra i 130 mila e i 160 mila dollari, da pagare in quattro rate, al netto dei regali previsti, ma non obbligatori, per le madri surrogate: una serie di massaggi (2 mila dollari), un programma nutrizionale (2 mila dollari), un viaggio per la famiglia della gestante (mille dollari). «Perché la madre surrogata deve ricevere tante attenzioni — precisa Caballero —e a ogni progresso della gravidanza una somma di denaro».
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