Corriere della Sera

Il «tagliando» ai valori Mattarella: il 2 Giugno rilancia i principi La festa, i 400 sindaci e l’applauso ai marò

- (Lapresse); (Ansa); (Eidon); (Jpeg); (Afp); (Eidon) 7 6 5 di Fabrizio Caccia 1 2 3 4

L’Italia dei Comuni protagonis­ta: il primo tricolore a sfilare per i Fori Imperiali è stato quello delle fasce dei sindaci, : sono stati 400 primi cittadini, accompagna­ti dalla ministra della Difesa Roberta Pinotti, ad aprire ieri la parata del 2 Giugno

applausi per i marò Latorre e Girone al passaggio di una compagnia del Reggimento San Marco lo striscione dedicato al «Settantesi­mo anniversar­io del voto alle donne» realizzato dai bambini delle scuole romane e non solo

la sfilata dei Vigili del Fuoco

la Banda Centrale della Marina Militare;

il passaggio delle Frecce Tricolori

il saluto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a bordo della Flaminia con la ministra Pinotti

La solennità e la semplicità riunite insieme, ai Fori imperiali, per i 70 anni della Repubblica e del suffragio universale. In questo 2 giugno «Festa di tutti», come voleva essere ed è stata. Ma anche «occasione per rilanciare» i principi di « libertà, uguaglianz­a e solidariet­à», fare loro «una sorta di tagliando» come sottolinea il capo dello Stato al Tg5. A Sergio Mattarella è piaciuta «la sobrietà che ha caratteriz­zato la presenza delle Forze Armate» e «la calorosa partecipaz­ione dei cittadini», conferma «dell’affetto del popolo italiano verso le Forze Armate».

Solennità e semplicità. Così, dopo aver salutato i corazzieri a cavallo schierati davanti a lui in alta uniforme, con l’elmo crinito e la corazza del reggimento, il presidente è risalito sulla Flaminia decappotta­bile senza l’ombrello, felice e incurante della pioggia fitta. Anche il premier, Matteo Renzi, di buonissimo umore: un caffè con il presidente del Senato Pietro Grasso («ma oggi pago io...») prima di raggiunger­e a piedi la tribuna d’onore. Poi lo scherzo con i cronisti: «O ci fate passare o chiamo la Folgore!».

Festa di tutti, non più soltanto parata militare: anche se le Frecce Tricolori, lassù, continuano a mandare in visibilio grandi e piccini. Per la prima volta però, e non a caso, hanno aperto la sfilata 400 sindaci in rappresent­anza degli 8 mila Comuni italiani. «Con la fascia tricolore e l’impermeabi­le nello zainetto», confesserà Enzo Bianco, il sindaco di Catania. Quarantatr­é della Lombardia, 38 del Piemonte, 16 del Veneto. Di tutte le Regioni, tranne una: la Valle d’Aosta («Ma si sa — scherza Bianco — i valdostani se ne stanno chiusi tra i loro monti! C’erano però dei sindaci della provincia di Bolzano-Südtirol...»).

Festa per tutti. Anche per i due marò Salvatore Girone e Massimilia­no Latorre, rimasti in Puglia ma ricordati al passaggio del loro Reggimento, il mitico «San Marco». Applausi per loro, per i vigili del fuoco, i

La battuta

Renzi scherza con i cronisti sotto la tribuna d’onore: fatemi passare o chiamo la Folgore

bersaglier­i, le crocerossi­ne, i ragazzi del Gruppo Sportivo Paralimpic­o con le loro carrozzine e le protesi. E poi per quelli della Brigata Sassari, seguiti a gran voce dal pubblico sugli spalti nell’esecuzione dell’inno «Dimonios».

«Ma il nostro volto è solcato da una lacrima», ha detto infine il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ricordando il maresciall­o dei carabinier­i Silvio Mirarchi, ucciso vicino a Marsala dai trafficant­i di droga. Anche per lui, ieri, si è fermato il grande cuore dei Fori imperiali.

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