Cameron in tv: «So ascoltare, ma pensiamo ai nostri figli»
Il premier «orgoglioso» del referendum. L’ultimo sondaggio dà in vantaggio i rivali pro Brexit
«Sono orgoglioso di questo referendum. Lo avevo promesso e lo stiamo facendo. Sarà la gente a decidere. II lavoro di un primo ministro è anche quello di ascoltare». Da oratore stagionato David Cameron ha lasciato la frase più importante alla fine della prima prova televisiva sull’Europa: 22 minuti di intervista, 35 di domande dal pubblico in diretta su Sky News. Ne è uscito vincitore? L’ultima parola spetterà all’elettorato il 23 giugno; se l’obiettivo era ribadire il messaggio che la Gran Bretagna è «più forte, più sicura e più ricca in Europa» è stato centrato.
Per la trasmissione Cameron si era fatto aiutare dal filosofo Phillip Blond, secondo il quale il pericolo per il primo ministro era sembrare distante, intellettuale, insofferente. Cameron ha accolto ogni domanda con pazienza, passione ed educazione nonostante le interruzioni dei giornalisti Faisal Islam e Kay Burley. Prima che scadesse il tempo, il colpo di grazia. «Andiamo a casa e guardiamo i nostri figli: cosa vogliamo per il loro futuro?». La Gran Bretagna, ha detto, non è un Paese che «getta la spugna e lascia la battaglia».
Oggi spetterà a Michael Gove, ministro della Giustizia nonché amico di vecchia data di Cameron, passato dall’altra parte del dibattito europeo, sottoporsi alle domande di Sky. La decisione del primo ministro di evitare un dibattito con Boris Johnson o lo stesso Gove ha suscitato diverse critiche, ma il primo ministro è stato inamovibile: non si sarebbe schierato contro un altro conservatore. Inutile anche scendere in campo contro un laburista, perché il Labour è pro Europa. Rimaneva, di conseguenza, un unico avversario e martedì Cameron affronterà Nigel Farage su ITV. A tre settimane dal voto, l’ago dei sondaggi oscilla da un campo all’altro. Una nuova indagine ieri dava la Brexit in vantaggio per 52% a 48%.