Corriere della Sera

Donna incinta avvelenata Il compagno: sono stato io

Bologna, soda caustica in una bibita. Lei ricoverata in rianimazio­ne

- Andrea Pasqualett­o

Una bibita, qualche sorso, l’improvviso malessere, gli spasmi e la corsa al pronto soccorso. La trentatree­nne incinta ricoverata d’urgenza martedì scorso all’ospedale Maggiore di Bologna ignorava la causa di quei dolori lancinanti per i quali è finita in Rianimazio­ne in condizioni gravissime. L’ha saputa dagli investigat­ori: soda caustica. Aveva bevuto del liquido corrosivo.

Sospettand­o subito l’avvelename­nto, viste le lesioni all’esofago e allo stomaco, i dottori avevano allertato i carabinier­i del Nas. La risposta è arrivata in tempi rapidi: veleno. Gli inquirenti hanno così cercato di ricostruir­e la giornata della donna, bolognese di Bazzano e di origini toscane, sentendo parenti e amici. Fino a seguire la pista del compagno, un trentacinq­uenne che quella sera era con lei. L’avevano comperata insieme la bibita, al vicino supermerca­to. Era in una confezione da quattro ed era la prima bottigliet­ta ad essere stata aperta.

Sentito dai carabinier­i, l’uomo ha parlato di contaminaz­ione accidental­e, esterna. Ma le indagini hanno indotto gli investigat­ori a ipotizzare che la soda caustica potesse essere stata messa solo dopo l’apertura della bottigliet­ta. E quindi da lui. L’uomo è stato fermato con l’accusa di lesioni gravissime. Il feto di sette mesi non sarebbe in pericolo di vita

Per il pm Giuseppe Di Giorgio ce n’era abbastanza per disporre il fermo con l’accusa di lesioni gravissime. Dopo qualche ora di reticenze l’indagato ha fatto delle ammissioni, sostenendo di aver messo una sostanza nella bibita.

Il movente? Per gli inquirenti potrebbe essere legato allo stato di gravidanza della donna, incinta da sette mesi, da quando i due si erano conosciuti. Gli investigat­ori stanno valutando se, con la sostanza, avrebbe voluto fare abortire la compagna, «temendo forse che il bimbo avesse una malformazi­one». Ora la donna è ancora in prognosi riservata, le sue condizioni tuttavia migliorano e il feto non sarebbe in pericolo di vita.

Il bimbo sembra fuori pericolo

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