LE ESCLUSIONI ILLOGICHE PER IL PRONTO SOCCORSO
Se vuoi diventare direttore di questo Pronto Soccorso devi essere specializzato in «anestesia e rianimazione». Questo uno dei requisiti richiesti in un bando di concorso del novembre 2015, degli Spedali Civili di Brescia. Il criterio esclude quindi, fra gli altri, gli specialisti in « medicina d’emergenza e urgenza». Ma secondo sindacati e associazioni professionali dovrebbe essere proprio questa la specializzazione necessaria alla funzione in questione o un’altra specialità equipollente o, ancora, un’esperienza almeno decennale in Pronto Soccorso. Non solo: quella in anestesia e rianimazione, secondo i rappresentanti dei medici d’urgenza, è una specializzazione che non rientra fra le equipollenti.
L’ospedale ha ribattuto di aver rispettato le procedure concorsuali. E i medici d’emergenza non hanno espresso giudizi negativi sui rianimatori che hanno partecipato al concorso, né sulla loro categoria professionale. Tutti d’accordo: un rianimatore può (e deve) essere bravissimo e può anche avere titolo per dirigere un dipartimento d’emergenza dopo aver maturato la necessaria «pratica sul campo». Però suona curioso che «soltanto» un rianimatore possa aver diritto a concorrere per un posto di direttore di Pronto Soccorso, reparto dove, per fortuna, la maggioranza dei malati non ha bisogno di essere intubata. E non è molto logico negare anche la sola possibilità di «provare» a occupare quel ruolo a un professionista che ha un corso di studi orientato allo scopo. I rappresentanti dei medici d’urgenza hanno annunciato un esposto alla Procura della Repubblica. Vedremo quale sarà la sentenza.
A proposito di Repubblica, ieri, per i 70 anni di quella italiana, 70 giornalisti del Corriere hanno espresso in un video altrettante ragioni per cui si può essere felici di esserne cittadini. Una recitava: «Perché scriviamo leggi così complicate che talvolta ci dimentichiamo di rispettarle». Nel caso in questione le regole non sembravano nemmeno tanto complicate.