Un Leone per «Babilonia» la rivoluzione pop a teatro
Il gruppo premiato dalla Biennale: «Rifiutiamo il pubblico d’élite»
«In scena anche disabili Non raccontiamo la realtà, la facciamo salire sul palco»
Il loro teatro è lo specchio di un mondo in cui è difficile orientarsi. Un teatro «necessario» che si distingue «per l’eccellenza della ricerca drammaturgica verso nuovi percorsi scenici». I virgolettati sono stralciati dalla motivazione con cui la Biennale ha assegnato a Babilonia Teatri di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani il Leone d’Argento per l’innovazione teatrale. Un premio prestigioso che va ad aggiungersi ai precedenti: Scenario, Ubu, Hystrio, Franco Enriquez. Tutto in pochissimi anni di vita.
Partiti a sorpresa nel 2005 dal Veneto, dalla provincia di Verona, il loro teatro, racconta Castellani, non scopre nulla di nuovo: «fa quello che il teatro ha sempre fatto: a noi preme parlare del nostro mondo e dei nostri tempi, suscitare delle domande nello spettatore. Vorremmo che il nostro incontro con il pubblico non si concludesse con l’ultimo applauso ma portasse con sé una riflessione. Lo definiamo “teatro pop” perché vuole arrivare trasversalmente a tutti. Non vogliamo ghettizzarci nei confini delle etichette: “teatro di ricerca”, “sperimentale”...».
Da Pornobboy, imperniato sulla morbosa attrazione dei media per il sangue, i delitti, gli scandali, a The End furente oratorio laico contro la rimozione della morte a favore di un’eterna giovinezza artificiale, «di solito quando decidiamo di fare uno spettacolo è perché nella nostra vita è successo qualcosa da cui prende poi spunto una riflessione. Non c’è mai la ricerca di un tema che possa interessare il pubblico, partiamo da un nostro bisogno personale».
Uno dei marchi di fabbrica della compagnia veronese è il linguaggio: incalzante, sincopato, quasi un rap teatrale. «Raccontiamo un mondo che è esploso: la nostra modalità di narrazione non è solo una scelta estetica ma il riflesso dello specchio dentro cui ci guardiamo». L’incontro con «Gli amici di Luca» (associazione/compagnia di sopravvissuti al coma) ha segnato un punto di svolta nel percorso artistico di Babilonia. «Con Pinocchio prima e, ora, con Inferno e Purgatorio, che portano in scena persone con disabilità, condividiamo con il pubblico il nostro incontro con loro senza “raccontare” la realtà, ma facendola salire sul palco. Ogni volta che ti chiedi qual è la forma più efficace per esprimere un’emozione sei a un punto di svolta».
Cosa rappresenta questo Leone d’Argento? «L’idea che la