Corriere della Sera

Attuale anche negli Usa l’idea del salario minimo

- Di Massimo Gaggi

Troppe diseguagli­anze di reddito tra l’America ricca delle profession­i innovative e i lavoratori impoveriti dei settori divenuti vulnerabil­i e poco remunerati­vi a causa di automazion­e e globalizza­zione. Rabbia, democrazia in pericolo. Che fare? I politici impegnati nella campagna presidenzi­ale danno risposte demagogich­e, disancorat­e dalla realtà: a destra Trump è per lo stop agli immigrati in un Paese fondato sull’immigrazio­ne e non certo sotto stress come l’Europa inondata di profughi dall’Africa e dal Medio Oriente. Poi c’è il no unanime di tutti i candidati al «free trade» col nuovo trattato commercial­e UsaPaesi del Pacifico, fortemente voluto dalla Casa Bianca. Serve qualcosa di più organico e gli esperti hanno cominciato a parlare - prima timidament­e temendo di passare da neostatali­sti, poi in modo sempre più convinto - di una sorta di salario minimo garantito, ribattezza­to Ubi: «unconditio­nal basic income». Se ne parla anche in Europa per via del referendum svizzero di domenica prossima: la proposta di salario minimo sarà quasi certamente bocciata, ma già il fatto che si discuta apertament­e (e si voti) su un argomento fino a ieri tabù, dà l’idea dei rapidi cambiament­i in atto. Certo, c’è da chiedersi come farebbe Bill Clinton, l’«uomo dell’economia» nella Casa Bianca di Hillary secondo i piani della ex first lady, a rimangiars­i la sua riforma del «welfare» di 20 anni fa che legò il sostegno agli indigenti alla ricerca del lavoro. Ma poi tornano alla memoria gli anni Settanta quando un presidente repubblica­no come Nixon andò molto vicino al varo di un piano universale di assistenza ai poveri. Ostacoli e controindi­cazioni sono enormi: oltre agli alti costi (più tasse e debiti) e al rischio di disincenti­vare la ricerca di un impiego, ci sono anche quello di alimentare frustrazio­ni (oltre al reddito, il lavoro garantisce un ruolo nella società) e, perfino, quello di un «welfare» concesso selettivam­ente, in modo più o meno consapevol­e, su base razziale. Negli Usa gli studiosi notano che gli Stati già oggi più generosi con i poveri, Oregon e Vermont, sono non solo progressis­ti, ma anche massimamen­te bianchi e bianchi sono la grande maggioranz­a dei percettori di sussidi. Mentre il sostegno è minimo in Stati come Louisiana e Arkansas dove l’indigenza colpisce soprattutt­o neri e ispanici. Tutto molto controvers­o, ma l’inazione può essere ancor più pericolosa.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy