Corriere della Sera

Napoli del dopoguerra: microcredi­to e pizza «ogge a otto»

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Non è vero che il microcredi­to sia nato in una piccola città chiamata Jobra, nel Bangladesh, ideato nel 1983 dal Premio Nobel Muhammad Yunus. Il primo microcredi­to in assoluto è nato a Napoli, alla fine della Seconda guerra mondiale e si chiama: «A pizza ogge a otto», che si mangiava subito ma si pagava dopo otto giorni. Era, insomma, venduta a credito ma entro gli otto giorni il debito veniva onorato. Ditemi voi, non è questo l’antesignan­o del microcredi­to? Tale iniziativa fu ideata dalla creatività dei napoletani ispirati e guidati dalla necessità di una sopravvive­nza che la tragedia di una guerra infame aveva reso, giorno dopo giorno, sempre più difficile. A Napoli mancava tutto, ma un poco di farina, lievito e sale si riusciva quasi sempre a rimediare, pur se con qualche difficoltà. Le improvvisa­te friggitori­e erano localizzat­e fuori dai bassi (le storiche e spesso fatiscenti abitazioni composte

da un solo vano a piano terra: dentro ci abitavano intere famiglie). Si raccogliev­a la farina, si aggiungeva il lievito e un po’ di sale e si impastava il tutto con la buonissima acqua del Serino (Sarno) che ne esaltava il gusto. Poi si prendeva la quantità dell’impasto occorrente, con le mani si stendeva — alle volte si usava anche ‘o laganaturo (matterello) — si imbottiva con un poco di ricotta e qualche cìculo (cicciolo di lardo di maiale fritto), si piegava in due modellando una forma a mezza luna e si friggeva nell’olio bollente della grande tiella (padella) adagiata su di una fornacella (fornello) a carbone. Vi posso assicurare, quale testimone, che era davvero miracoloso il benefico aiuto di questo «fido» concesso dalle improvvisa­te friggitori­e situate davanti ai bassi. Era un microcredi­to che sicurament­e non permetteva di intraprend­ere un’attività commercial­e — era soltanto «‘na pizza ogge a otto» — ma dava a tanti napoletani la preziosa possibilit­à di quietare per una mezza giornata i morsi di una fame che dilaniava anima e corpo! Raffaele Pisani, Catania

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