Corriere della Sera

Tamberi emoziona Roma ma non vola Ayana 5000 spettacola­ri e in solitudine

Nell’alto l’azzurro battuto da Bondarenko. Sui 100 domina il solito Gatlin in 9’’93

- Valerio Vecchiarel­li

È un atleta di «alto profilo ed esperienza», vincitore di medaglia, il giamaicano trovato positivo ai Giochi di Pechino 2008 dai recenti test sui campioni di urina scongelati disposti dal Cio. Il nome non è stato reso noto (si attendono le analisi del campione B), la sostanza dopante sì: si tratterebb­e della dimetillam­ina (DMAA). Ricky Simms, il procurator­e di Usain Bolt, ha assicurato che lo sprinter è estraneo alla vicenda. E quindi il cerchio si restringe attorno agli altri 10 medagliati. Gli uomini erano Frater, Carter e Powell (4x100), le donne le velociste Fraser e Cambell-Brown, l’ostacolist­a Walker, tra argenti e bronzi anche Simpson, Stewart, Wilson più le staffettis­te della 4x400.

Lo stadio si anima, trattiene il respiro, prende fiato, ritma con le mani su richiesta del campione e si ammutolisc­e d’incanto ogni volta che Gimbo Tamberi va in pedana per spiccare il volo. È il beniamino dell’Olimpico il campione del mondo indoor di salto in alto, perché in un ambiente ingessato lui esce dal copione della concentraz­ione monastica, va dalla gente e la gente va da lui, lo vuole toccare, strappargl­i un selfie, un urlo di gioia. Sotto alla curva Sud si concentra l’attenzione del «Golden Gala Pietro Mennea», quinta tappa della Diamond League 2016, antipasto olimpico con vista su Rio. Ogni tentativo di ipnotizzar­e l’asticella è un sussulto collettivo e poco importa se in pista va in scena una delle più belle gare di 5000 metri al femminile mai vista, con la piuma etiope Almaz Ayana che va da sola per quasi 3 chilometri, abbandonat­a da lepri che hanno il cronometro in testa e la trainano su passaggi folli, ma che non riescono a reggere oltre quel ritmo infernale.

Alla fine la ragazza che sa parlare solo nella sua lingua, nata al confine con il Sudan nella terra che regala al mondo i prodigi della corsa al femminile, si ferma a un soffio dal 14’11”15 che la connaziona­le Tirunesh Dibaba volò al fresco di Norvegia nel 2008. Il 14’12”59 è crono stellare, seconda prestazion­e della storia della disciplina, corsa in splendida solitudine e sublime eleganza mentre Tamberi approcciav­a le misure di ingresso: 2,15, 2,20 e 2,24 valicati senza pensieri e con un accompagna­mento sonoro vola di precisione. L’inglese Grabarz lo imita, Tamberi sbaglia al primo tentativo, prima di indovinare il volo che gli regala il primato stagionale, il terzo posto di serata (vince Bondarenko con 2,33) e l’ovazione dello stadio.

Rimane solo il tempo di vedere Justin Gatlin fare poker sulla pista romana, chiudere i 100 metri in 9”93, miglior crono di stagione, e lanciare l’eterna sfida a Usain Bolt, prima di dedicarsi ai saltafossi keniani nel loro terreno di caccia preferito, i 3000 siepi, vinti da quel guascone di Conselsus Kipruto a ritmo di miglior prestazion­e mondiale dell’anno (8‘01”41). In volo Gianmarco Tamberi, terzo al Golden Gala con la misura di 2,30 m. Il successo è andato all’ucraino Bondarenko con 2,33 m. A sinistra, l’etiope Almaz Ayana che ha vinto i 5000 m in 14’12’’59, il secondo miglior tempo di sempre sulla distanza (Afp, Ansa)

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