Corriere della Sera

Renzi e le urne: la vera sfida è il referendum Il centrodest­ra chiude con comizi separati

Gli ultimi comizi, polemiche per l’intervento oggi a Trento di Fassino e della candidata M5S Il premier: la partita è il referendum. Il leader di FI non va a Milano e telefona: sono qui con Alfio

- Ernesto Menicucci

Chiusa la campagna elettorale, oggi è il giorno del silenzio, domani si vota. Comizi, appelli, manifestaz­ioni itineranti: urne aperte in 1.342 città, con un’attenzione speciale per Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. il premier Matteo Renzi, che nell’ultimo giorno ha scelto l’Emilia-Romagna e Napoli, sostiene che «questa campagna elettorale non è importante per il governo. Lo è per i sindaci. Per il governo conta il referendum costituzio­nale e lo vinciamo». Il centrodest­ra, intanto, ha chiuso con comizi separati.

La gaffe di Silvio Berlusconi, il video di Beppe Grillo che cammina sulle acque, le contestazi­oni a Ravenna a Matteo Renzi. Comizi, appelli, manifestaz­ioni: la campagna elettorale per le Comunali (domenica al voto 1.342 città, 13 milioni di elettori, tutta l’attenzione su Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna) si chiude con le ultime scintille e gli ultimi tentativi di convincere gli indecisi. Per Matteo Renzi, ieri in Emilia-Romagna (sotto le Torri con l’uscente Virginio Merola) e Napoli (con Valeria Valente), «questa campagna non è importante per il governo ma per i sindaci. Per il governo conta il referendum e lo vinciamo».

Ma è anche evidente che gli oppositori giudicano le Amministra­tive un test sull’inquilino di Palazzo Chigi. La «piazza» dove questa dinamica è più evidente è Roma, con la sfida dei Cinque Stelle al Pd, che prova a risalire la china (con Roberto Giachetti) dopo Mafia Capitale e dopo la rovinosa «caduta» di Ignazio Marino. M5S chiude a piazza del Popolo, senza Beppe Grillo ( che manda un video e un messaggio) e con la Raggi che, di fronte a circa 5 mila persone («piazza semivuota», dicono dal Pd), attacca direttamen­te il premier: «Ha detto che se vinco al primo turno si dimette». Sul palco, Dario Fo, Claudio Gioè e Claudio Santamaria, che improvvisa una versione aggiornata di «Nun te reggae più» di Rino Gaetano. Luigi Di Maio ricorda Gianrobert­o Casaleggio, e la folla grida «onestà». Virginia si fa quasi spavalda: «Li asfaltiamo». Oggi, nel giorno del silenzio elettorale,

Grillo in video In piazza del Popolo Grillo compare soltanto in video «camminando sulle acque»

la candidata grillina sarà a Trento con Fassino: «Nessuna furbata, vado a parlare di periferie», si giustifica. Giachetti « punge » : « Non farà campagna? Se vabbé... Mica parla delle periferie della Luna...». «Bobo» ha scelto una chiusura itinerante, in scooter. In una piazza, ad attenderlo, Maria Fida Moro (figlia di Aldo) con la maglietta di Totti.

Mentre Raggi è a piazza del Popolo, Silvio Berlusconi è ad Ostia, nel territorio commissari­ato per mafia, con Alfio Marchini e una serie di cantanti Anni 80 (Ivana Spagna, Pupo, Fausto Leali). Il Cavaliere, che domenica voterà a Roma (è la prima volta, dopo la condanna subita), lancia l’imprendito­re («se va al ballottagg­io lo vota anche il Pd») e «diserta» Milano dove c’era la chiusura di Stefano Parisi, limitandos­i ad una telefonata che però fa imbufalire gli alleati meneghini. Berlusconi, infatti, esordisce: «Sono qui con Alfio Marchini». E Ignazio La Russa, FdI, prontissim­o replica: «Qui non parliamo di Marchini...». A Roma, infatti, Salvini e Fratelli d’Italia puntano su Giorgia Meloni.

Maurizio Lupi e Gabriele Albertini cercano di distrarre La Russa, che però sbotta: «Neanche in un film... Qui, dove serviva, Berlusconi non c’è». Salvini è ancora più graffiante: «Ha preferito andare a perdere a Roma». Meloni ironizza: «Al ballottagg­io andranno Marchini e Bertolaso», il candidato forzista che si è poi ritirato. Roma e Milano sono (politicame­nte) lontanissi­me: nella Capitale ci sono due sinistre (l’altra è quella di Stefano Fassina) e due destre; sotto la Madonnina, tutto il centrodest­ra è con Parisi, mentre Beppe Sala si porta sul palco Giuliano Pisapia, sindaco uscente.

A Napoli, con Valente, scende in campo Renzi che va all’attacco di Luigi de Magistris, il primo cittadino che punta alla riconferma: «C’è chi parla di fare la rivoluzion­e, chi passa il tempo ad attaccare tutti. Ma il tempo delle chiacchier­e è finito: Napoli ha davanti un futuro pazzesco. Se andiamo al ballottagg­io si riparte da zero a zero». «Giggino» è sarcastico: «Siamo contenti che la città sia affollata, che ci sia anche il premier... Io sono sindaco delle istituzion­i e di strada, a volte bisogna far sentire la propria voce».

Gianni Lettieri, centrodest­ra, è convinto: «Vado al ballottagg­io e stravinco». A Torino, la sfida è tra Piero Fassino (Pd) che chiude con un aperitivo in strada e Chiara Appendino di M5S («la città deve cambiare»). Domenica notte, i primi verdetti.

Silvio non c’è? Ha preferito andare a perdere a Roma Matteo Salvini Virginia forse va a Trento a parlare di periferie della Luna... Roberto Giachetti Con la riforma, su 3 parlamenta­ri uno torna a lavorare Matteo Renzi Noi riempiamo le piazze gli altri si rifugiano nei teatri Alessandro Di Battista

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Matteo Renzi con il sindaco pd Virginio Merola, candidato per il bis (Ansa)
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Ansa) Matteo Salvini, leader della Lega, con Stefano Parisi, candidato del centrodest­ra (

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