Corriere della Sera

Sorpresa, il panda non è più a rischio

- dal nostro corrispond­ente Guido Santevecch­i

di Guido Santevecch­i a pagina 21 commento di Valeria Della Valle

PECHINO Il World wildlife fund lo ha scelto come sua mascotte nel 1961. Con la tenerezza che ispira per il carattere mansueto e gli occhi grandi e tristi, il panda gigante è anche il simbolo più famoso delle specie in via d’estinzione. Ora però finalmente una buona notizia: l’Internatio­nal union for conservati­on of nature (Iucn) sta valutando di rimuovere l’orso cinese dalla Lista rossa degli animali a rischio di scomparire. Non è una vittoria definitiva, si tratterebb­e solo di togliere l’etichetta «in pericolo» e sostituirl­a con quella «vulnerabil­e». Gli studi sul campo hanno mostrato che la popolazion­e dei panda sta aumentando e il loro habitat naturale si sta espandendo, ha detto un funzionari­o dello Iucn. L’ottimismo si basa sul quarto censimento dei panda condotto in Cina, che l’anno scorso ha contato 1.864 animali allo stato libero e altri 375 in zoo o centri di allevament­o e protezione nel mondo. Il dato rappresent­a un successo rispetto al terzo censimento, effettuato nel 2002, quando erano stati individuat­i 1.596 panda liberi e 164 in cattività.

Però gli esperti cinesi sono più prudenti e ritengono prematuro affermare che il pericolo di estinzione è cessato. Zhang Hemin, direttore del Centro di ricerca e conservazi­one dei panda giganti nella provincia occidental­e del Sichuan, ha detto al China Daily che i plantigrad­i sopravvivo­no in libertà solo in una frangia di 23 mila km quadrati dell’altopiano del Qinghai- Tibet. E quella zona è frammentat­a per la presenza dell’uomo, tagliata da nuove strade e punteggiat­a da coltivazio­ni che disorienta­no i panda, già timidi per natura. Il Sichuan è anche zona sismica e nel grave terremoto del 2008 è andato perso il 6 per cento dell’habitat dei panda. Decine di orsi, terrorizza­ti dall’evento, furono evacuati.

I panda sono anche diventati uno strumento di politica diplomatic­a per Pechino, da quando nel 1972 per celebrare il grande disgelo con gli Stati Uniti del presidente Nixon furono inviati allo zoo di Washington Ling- Ling e Hsing-Hsing. Ultimament­e i panda hanno seguito interessi più commercial­i: uno studio dell’Università di Oxford ha seguito le orme dei panda prestati dalla Cina agli zoo stranieri dal 2008 e ha osservato che sono serviti a suggellare accordi per forniture di uranio da parte di Canada, Francia e Australia. I panda partono in affitto per l’estero con voli speciali, salutati da ambasciato­ri, accolti all’arrivo da uomini di governo e accompagna­ti con le raccomanda­zioni sulla dieta: hanno bisogno di 40 chili di bambù al giorno e altri 2,5 chili di frutta, verdure varie e una torta di farina di carne tritata e fagiolini.

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