Corriere della Sera

La società civile spinge alle urne «Ma questa politica ha stancato»

Intellettu­ali, artisti, creativi. Le previsioni (in chiaroscur­o) sulla tornata elettorale

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Loro a votare, dicono, ci vanno tutti. Con grande convinzion­e. Ma ognuno di loro ha una personale profezia, la stessa per (quasi) tutti i personaggi famosi che abbiamo interrogat­o: ci sarà un alto tasso di astensioni­smo in questa tornata di elezioni amministra­tiva.

« Quando tu metti tutti “scassati” come candidati a sindaco certo che alla gente poi passa la voglia di andare a votare», è la previsione colorita di un sociologo come Domenico De Masi, che subito ci traduce dal suo napoletano spiegando che «scassati» sta per persone di secondo piano, non di qualità. De Masi, a dispetto del suo dialetto, voterà a Roma.

De Masi come Francesco Venditti, un cognome che tradisce romanità da ogni lettera. Il figlio di Antonello e di Simona Izzo si recherà alle urne, con un retropensi­ero assai complesso: « Vado a votare perché non posso sparare», dice. E poi spiega la sua metafora così forte: «Il voto è l’unica arma che abbiamo, chi non la usa poi non si può lamentare di quanto gli succede intorno».

Purtroppo, secondo Federico Moccia, saranno in tanti a disertare le urne, perlomeno nella cerchia delle persone romane che conosce o che ha sentito camminando per strada. Spiega: «La gente è stanca, molto disamorata. Non crede più nella politica e non ha voglia di dare fiducia, a nessuno, indipenden­temente dal partito che rappresent­a. Siamo arrivati ad un punto davvero basso della rappresent­atività».

Molto diverso il parere di un’altra scrittrice, Valeria Parrella. Lei è l’unica che tra tutti i personaggi esce fuori dal coro e per la sua città, Napoli, prevede urne molto affollate. Dice: «Qui a Napoli c’è una grande attesa per il sindaco. C’è un fervore. Per questo credo che saranno molti quelli che vorranno esprimere le proprie preferenze. Che vorranno frasi sentire».

Da Napoli a Milano, il discorso cambia assai. Perlomeno nella visione di una che di analisi se ne intende, la pubblicita­ria Annamaria Testa che andrà a votare con grande convinzion­e perché ha votato da quando ha avuto la facoltà di farlo.

Dice: «Conosco tante persone che partono per il ponte e non torneranno per votare», dice. E poi spiega: «Ma non è certo soltanto per il ponte. C’è una grande sfiducia in giro. E poi vogliamo parlare di questa campagna elettorale? Dire che non è stata entusiasma­nte è

I dubbi sui candidati

La decisione di andare ai seggi è unanime Non convincono però candidati e campagne soltanto un eufemismo».

Da Milano torniamo a Roma e ascoltiamo il parere di uno sceneggiat­ore come Enrico Vanzina. Lui non soltanto è convinto che ci sarà un astensioni­smo consistent­e, ma ha anche una sua teoria. «Ho visto strane manovre attorno a questo voto. È stato fatto di tutto perché la gente non andasse a votare, prima di ogni cosa decidere di aprire le urne la domenica, alla fine di un lungo ponte. Speriamo che a Roma non succeda quello che è accaduto quando è stato scelto il precedente sindaco, che alla fine era stato eletto soltanto dal 23 per cento dei cittadini».

Granitico nei suoi doveri civili è anche lo storico Nicola Tranfaglia, napoletano come De Masi e come lui residente a Roma da tempo: «Andrò a votare, l’ho sempre fatto, per tutta la mia vita. E continuerò a farlo sempre. Non ho mai nascosto le mie preferenze per la sinistra». Non abbiamo chiesto a Tranfaglia, come a nessuno degli intervista­ti, su quale nome metterà la sua crocetta per rispetto della privacy e del silenzio elettorale.

A Lavinia Biagiotti non c’è proprio bisogno di chiederlo, visto che pur viaggiando sempre per lavoro tra Roma e Milano, la figlia di Laura è residente a Guidonia dove il 5 giugno non ci sono elezioni per il sindaco. Però il suo per il voto è un appello importante, parte da lontano. Eccolo: «Non ho mai saltato un’elezione, per convinzion­e e cultura, a costo di viaggi rocamboles­chi. E per quest’anno dico di farlo con ancora maggior convinzion­e, settantesi­mo anniversar­io del suffragio femminile. Non posso dimenticar­e nonna Delia, la fondatrice della nostra azienda, che conquistò il diritto di voto a 32 anni e mi raccontava con grande emozione quella sua prima volta. Bisogna andare a votare: per nonna Delia e per tutte le donne a cui fu negata la possibilit­à di esercitare un diritto civile». I volti Le elezioni comunali di domani viste da alcuni personaggi del mondo della cultura e dell’arte. La loro attenzione si concentra sulla partecipaz­ione al voto e in coro invitano i cittadini a recarsi alle urne per scegliere il sindaco. Da sinistra:

Francesco Venditti, attore

Annamaria Testa, pubblicita­ria

Valeria Parrella, scrittrice

Federico Moccia, scrittore

Enrico Vanzina, regista

Nicola Tranfaglia, docente universita­rio

Lavinia Biagiotti, stilista

Domenico De Masi, sociologo

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