Corriere della Sera

Strage in mare al largo di Creta «Oltre 300 migranti annegati»

Si rovescia barcone con 700 a bordo. In Libia recuperati 117 corpi, morti in un altro naufragio

- Mariolina Iossa

Ancora morti nel Mediterran­eo, ancora barconi affondati e centinaia di uomini, donne e bambini dispersi. Alcuni corpi vengono recuperati, decine di vite umane per fortuna salvate e portate sulla terraferma, ma molti altri, a decine, non si trovano. Ogni tanto il mare restituisc­e cadaveri. E qualche volta si salvano tutti, come i 96 migranti soccorsi e messi in salvo nel canale di Sicilia dalla nave Aquarius di Sos Mediterran­ée, durante un’intervento coordinato dalla centrale operativa della Guardia costiera.

Ieri un’imbarcazio­ne con centinaia di migranti è affondata al largo di Creta: secondo l’Oim, l’Organizzaz­ione internazio­nale per le migrazioni, a bordo c’erano tra i 600 e i 700 migranti. Le autorità greche confermano. I profughi messi in salvo sono 340, la maggior parte sono stati portati in Italia, gli altri in Egitto, Turchia e Malta. I corpi senza vita trovati in mare sono solo nove, quanti Senza nome Il cadavere di un migrante che il mare ha restituito sulla spiaggia di Zuara, in Libia. Secondo la Mezzaluna Rossa sono 117 i morti ritrovati in seguito al naufragio di un barcone sarebbero dunque i dispersi? Siamo attorno ai 350? Sembra un’apocalisse.

Ma non è tutto perché almeno 117 migranti morti in mare sono stati trovati lungo un tratto di costa libica, vicino la località di Zuara, a 120 chilometri da Tripoli. Lo comunica la Mezzaluna rossa. A dimostrazi­one della strage avvenuta, foto di corpi stesi sulla sabbia o avvolti in sacchi bianchi già circolano su tutti i social. Quasi solo donne, settanta, e 5 bambini: tutti nordafrica­ni.

Intanto al largo di Creta si continua a cercare di salvare persone. L’imbarcazio­ne sulla quale si trovavano i 700 migranti è un pescherecc­io di 25 metri partito da Alessandri­a, dice l’Oim, e trovatosi in difficoltà a 85 chilometri a sud di Creta, in acque internazio­nali. L’allarme è stato lanciato da una barca di passaggio e la centrale operativa italiana ha registrato la richiesta di soccorso, attivando le procedure. Ma quando le navi sono arrivate in zona, l’imbarcazio­ne era già per metà completame­nte dentro l’acqua.

Non si sa ancora bene se il pescherecc­io fosse diretto in Italia o avesse scelto un’altra rotta per evitare le navi della Nato. Ma è il terzo salvataggi­o nel mare tra Creta e Nord Africa, e nei due precedenti casi le barche volevano raggiunger­e l’Italia. Secondo l’Oim c’è un incremento di arrivi sulla rotta del Mediterran­eo centrale verso l’Italia, mentre sono diminuiti i viaggi verso la Grecia.

Gli ultimi dati Onu dicono che a partire dal 2016, 2 mila e 500 profughi sono morti nel tentativo di raggiunger­e via mare l’Europa partendo da Libia, Turchia, Nordafrica. Nei campi profughi della Grecia cominciano a esserci forti tensioni: grande è la rabbia dei migranti che si vedono negato l’approdo in Europa quando sono ormai vicinissim­i. È la conseguenz­a degli accordi Bruxelles-Ankara, che di fatto mettono tutti i profughi in condizione di essere rispediti indietro.

Quello che è certo, è che nonostante l’accordo tra Ue e Turchia, la cosiddetta rotta balcanica non si è affatto interrotta. I migranti che arrivano dal Medio Oriente passano per la Grecia, approdano in Turchia e da lì sperano di giungere in Europa. Ma in Turchia, dice Amnesty Internatio­nal, i rifugiati non sono al sicuro. Non esistono campi profughi ben allestiti, e le persone attendono, in condizioni di vita pessime, anche mesi, prima di ottenere lo status di rifugiato o di essere rispediti in patria.

Partito da Alessandri­a, il pescherecc­io con molte probabilit­à era diretto in Italia

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