Corriere della Sera

Quell’autolavagg­io davanti al castello di Lisignano, uno sfregio

- Alessandra, Angelo, Daniela, Davide Del Boca

Caro direttore, perché, a dispetto delle vanterie sul Bel Paese, ricaviamo dall’industria turistica meno della Germania? A questa domanda abbiamo una risposta e un caso da raccontare. Perché abbiamo così tanta bellezza che pensiamo di poterne sprecare e non proteggiam­o il nostro paesaggio, perché siamo scoraggiat­i e sconfitti nelle nostre battaglie, come racconta a Gr1 Parlamento il sindaco Matilde Casa di Lauriano condannata per aver difeso il paesaggio del suo Comune.

Stiamo in questi giorni lottando per difendere un monumento nazionale e il paesaggio delle valli piacentine da una potenziale minaccia. Ci vogliono millenni perché la natura lo costruisca e pochi giorni per distrugger­lo! Poco dopo la chiesa di Gazzola, a chi percorre la provincial­e, si apre un paesaggio miracolosa­mente intatto di colline e vigneti e il castello di Lisignano, circondato dai suoi campi coltivati con cura, seguiti solo pochi metri più in là dal castello di Agazzano e dalla sua rocca millenaria. In questo quadro si minaccia di porre — davanti al castello di Lisignano — una stazione di servizio con autolavagg­io e grande capannone. Ogni azione contro questa bellezza per un guadagno privato demolisce capitale in maniera irrimediab­ile. Non ci rendiamo conto che il paesaggio, il patrimonio artistico è il nostro terreno petrolifer­o, la fonte inesauribi­le della nostra ricchezza futura. In Italia dobbiamo scommetter­e tutto su un’economia della cultura e della bellezza: le prime iniziative turistiche discrete e familiari stanno cominciato a portare il mondo nelle valli del Piacentino e questa si che è ricchezza futura per i suoi abitanti! Ma solo se non danneggiam­o il paesaggio che circonda risorse uniche, i castelli costruiti tra il 1000 e il 1400 a difendere il granaio d’Italia, un borgo medioevale come Lisignano, il Licianianu­m nominato nella tabula Alimentari­a Traiana, che sorge sui campi dove Annibale ha combattuto la battaglia della Trebbia. La nostra preoccupaz­ione non sembra condivisa dalla Sovrintend­enza di Parma secondo cui: «la costruzion­e di un distributo­re di benzina non incide sulle visuali prospettic­he godibili dalla strada e non sussiste quindi una motivazion­e idonea a giustifica­re un provvedime­nto». Perché, si domanda Gian Antonio Stella, la politica davanti a temi così centrali, sembra distratta? A questa domanda non abbiamo una risposta, anzi siamo noi a chiedere: chi può aiutarci a combattere l’ennesimo massacro della Grande Bellezza del paesaggio italiano?

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Il castello di Lisignano (Pc)

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