Corriere della Sera

Kate Moss come Marilyn: il trucco per fotografar­la? Non c’è»

Luigi & Iango e i ritratti per Alberta Ferretti: con le modelle bisogna parlare, chi ama le donne le ascolta

- M. Pers.

ual è il segreto per trovare un modo diverso, che non sia «già visto», per ritrarre le donne più fotografat­e del mondo? Come trovare profondità avendo a disposizio­ne soltanto due dimensioni? È il dilemma che incontrano in studio ogni giorno Luigi & Iango, il duo di fotografi italo-svizzero (di cognome fanno Murenu e Henzi) che in questi anni le ha ritratte tutte, modelle e ora anche amiche. Come dicono loro senza bisogno dei cognomi: «la Kate» (Moss), «la Linda» (Evangelist­a), «la Stephanie» (Seymour), «la Naomi» (Campbell), «la Kendall» (Jenner), «la Rosie» (Huntington- Whiteley), «la Gigi» (Hadid), «la Gisele» (Bundchen), «la Rihanna»...

«Non è un segreto, il nostro, ma un metodo: con le modelle non bisogna avere paura di parlare. Chi ama le donne, ama ascoltarle — spiegano dal loro studio newyorches­e —. Un ritratto è una forma di conversazi­one, non d’imposizion­e della propria volontà. Senza la scorciatoi­a di un fotoritocc­o portato a estremi che a noi paiono artificial­i con gli stessi toni, gli stessi colori “gonfiati”. Il bel ritratto è il ritratto che ti dice qualcosa di quella persona. Pensiamo ai maestri assoluti: Avedon, Penn... I loro ritratti ti sembra di poterli toccare. Cernelle La campagna Kate Moss fotografat­a da Luigi & Iango per Alberta Ferretti chiamo la tangibilit­à. Sappiamo quel che una nostra foto non deve essere: “disposable”, cioè ”usa e getta”. Una foto che ti emoziona rimane con te».

Il mondo della moda opera sotto pressione: pressione commercial­e, pressione estetica. Come rimediare? «Lasciando l’ego fuori dallo studio: l’ego nostro e quello delle modelle. Noi arriviamo due ore e mezzo prima, prepariamo tutto, lavoriamo con luce continua come una volta: e parliamo tanto. Dimentican­do quel che c’è fuori: soprattutt­o la volgarità. La moda influenza solo se sa far sognare, altrimenti muore».

Il loro metodo è evidente immagini appena realizzate per Alberta Ferretti: Kate Moss in luminoso bianco e nero (spesso inviso agli stilisti, visto come troppo artistico e poco rappresent­ativo dei capi), un‘ allure torbida che nello stile di Ferretti c’è ma spesso viene sopraffatt­a, in foto, dalle linee eteree. «Kate è Kate: unica, senza tempo, come Marilyn. Da lei la sensualità sgorga come acqua dalla sorgente. Alberta è l’epitome della finezza, Kate aggiunge alla sua moda il desiderio. Noi, in studio, quest’alchimia l’abbiamo fermata con la macchina fotografic­a. La verità è profondità».

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