Estradato in Italia il sudanese Mered Per i pm di Palermo è il re degli scafisti
Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi spiega che il prossimo obiettivo è «aggredire i canali finanziari delle organizzazioni che gestiscono il traffico di migranti». Un affare milionario di cui ha goduto, fra gli altri, Medhane Yehdego Mered, cittadino eritreo di 35 anni, chiamato dai suoi complici «il Generale». Un anno fa i pubblici ministeri siciliani ordinarono il suo arresto, eseguito il 24 maggio scorso in Sudan, dove Mered si era rifugiato; l’altro ieri è stato estradato in Italia, per rispondere dell’accusa di aver gestito le partenze dalla Libia verso l’Italia di migliaia di extracomunitari, molti dei quali morti in mare. Ne parlava lui stesso al telefono, intercettato: i barconi si rovesciavano perché troppo pieni, e Mered replicava «dicono che ne faccio salire troppi ma sono loro che hanno fretta di partire...». Il pm palermitano Calogero Ferrara stima che «in soli tre mesi, nel 2014, ha fatto imbarcare circa 10.000 persone, guadagnando per ogni viaggio tra i 700.000 e 1 milione di euro». Re degli scafisti Medhane Mered, detto «il Generale» Nella descrizione del direttore del Servizio centrale operativo della polizia Renato Cortese, «Mered è un individuo che occupa un ruolo fondamentale nella cabina di regia di un network criminale che movimenta milioni di euro». La cattura è stata possibile grazie ai servizi segreti del Sudan, che hanno agito in collaborazione con gli inglesi della National crime agency, su impulso della nostra polizia, della Procura di Palermo e del ministero della Giustizia italiano.