A CROTONE LO SPOGLIO FINISCE IN TRIBUNALE MA NON PER ‘NDRANGHETA
Aquattro giorni dalla chiusura delle urne, manca ancora il dato definitivo delle elezioni amministrative di Crotone. Calabria, costa ionica, piena Magna Grecia. Eppure è qui, dove la democrazia non è certo cosa di ieri, che gli scrutatori si sono fermati. Contestazioni. Polemiche. Ricorsi (già annunciati dal M5S). Un caso, insomma. La vicenda è tra l’altro ancora lontana da una soluzione. E c’è anche chi teme — ma si spera non si arrivi a tanto — uno slittamento del ballottaggio tra i due finalisti, appartenenti a schieramenti civici entrambi riconducibili al centrosinistra: l’ex preside Rosanna Barbieri (30%) e il perito assicurativo Ugo Pugliese (27%). Nove candidati e ventisette liste per 60 mila abitanti: per gli scrutatori, forse timorosi come quelli del romanzo di Calvino, ma probabilmente non di consolidata esperienza, il lavoro è apparso subito più complicato del previsto. Tant’è che in prefettura è subito scattato l’allarme. Niente da fare, però. Ed è dovuta intervenire la Digos che ha sospeso le operazioni nel primo pomeriggio di martedì. A quel punto nove sezioni non avevano ancora completato lo spoglio delle schede e gli agenti le hanno dovuto impacchettare com’erano per consegnarle all’ufficio elettorale centrale presso il Tribunale. Qui tutto è ricominciato daccapo, ma con esito non molto diverso: si procede infatti ad una velocità di una sezione al giorno. E poiché ne mancano da controllare ancora altre quattro, il conto è presto fatto: si riuscirà a concedere il tempo utile previsto per gli apparentamenti? Complessivamente i voti in ballo sono circa 6.000, un numero che potrebbe ribaltare le posizioni tra i consiglieri e, teoricamente, anche quella dei partecipanti al ballottaggio. Fuori luogo, a questo punto, ogni conclusione sistemica sui soliti mali meridionali. E tuttavia sarà difficile evitare battute e allusioni. Tanto perché sia chiaro, però: questa volta pare proprio che la ‘ndrangheta non c’entri.