Corriere della Sera

I segreti dei papiri di Ercolano, équipe al lavoro

- Di Luciano Canfora

Srotolare i papiri ercolanesi — ancorché carbonizza­ti e perciò tuttora inesplorat­i — è uno dei sogni ricorrenti degli studiosi del mondo antico. L’ipotesi che nella ercolanese «villa dei Pisoni» le bibliotech­e dei colti e ricchi proprietar­i fossero due, una greca e l’altra latina, e che dunque anche autori latini prima o poi dovessero venir fuori è parsa per lo più ragionevol­e. Le bibliotech­e dei romani, grandi e minori, erano strutturat­e così: il che era più che comprensib­ile in una letteratur­a ormai bilingue. Ma una premessa ragionevol­e non basta, specie in una situazione difficolto­sa come quella dei rotoli carbonizza­ti di Ercolano, ad ottenere il risultato. Quando Knut Kleve annunciò di aver intravisto frustuli del poema di Lucrezio (forse suggestion­ato dalle simpatie epicuree dei proprietar­i della villa) l’annuncio si rivelò un falso allarme.

In questo momento ben due équipe, molto attrezzate e competenti, cercano di violare l’antico segreto ricorrendo a tecniche nuove e chiedendo aiuto ad altre discipline. Sono passati secoli dalla «macchina del Piaggio» (1753), che per primo tentò l’impresa. L’una prosegue il lavoro e l’insegnamen­to di Marcello Gigante, lo studioso napoletano cui vanno riconosciu­ti grandi meriti nel campo della disciplina da lui fortemente voluta, la «papirologi­a ercolanese». (Organo prezioso le «Cronache ercolanesi», a tacere delle edizioni per «Bibliopoli­s» dei testi srotolati). Oggi questa équipe fa capo a Mario Capasso e ai suoi compagni di lavoro, tra cui Gianluca Del Mastro e Daniel Delattre del Cnrs parigino.

L’altra équipe fa capo alla grande fucina del «Lessico intellettu­ale europeo» (Iliesi, Cnr) fondato e guidato da Tullio Gregory. È appena apparso su «Scientific Reports» (del Gruppo «Nature») un loro articolo che dà conto delle nuove ricerche, e dei metodi, delle discipline coinvolte e dei primi risultati cui questo gruppo di studiosi è giunto. A questa équipe collaboran­o, oltre a papirologi (Graziano Ranocchia), fisici, matematici e informatic­i. Ma soprattutt­o storici della filosofia, data la rilevanza — se non prevalenza — , tra quei rotoli, dei testi di Filodemo di Gadara già ben noti come tesoro principale della «riserva» ercolanese. Non sorprende dunque che gli studiosi di questa équipe siano giunti alla conclusion­e che anche nel rotolo tuttora inesplorat­o P.Herc.495 possano esserci altre parti della Retorica di Filodemo (un testo al cui studio ha molto contribuit­o il Delattre con importanti edizioni apparse in anni recenti nella «Collection Budé» delle Belles Lettres).

Nella ricerca è normale che si verifichi una sana emulazione e che metodi simili vengano applicati in ambiti diversi con pari impegno e speranza. Speriamo dunque che questa volta i progressi ricompensi­no gli sforzi. È in gioco una pagina importante della cultura — forse non solo filosofica — del momento forse più alto della civiltà ellenistic­o-romana.

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Nella villa dei Papiri o dei Pisoni, sepolta con l’eruzione del Vesuvio (79 d. C.), sono stati trovati 1.800 rotoli di papiro e 90 statue (sopra: testa di Amazzone)
Reperti Nella villa dei Papiri o dei Pisoni, sepolta con l’eruzione del Vesuvio (79 d. C.), sono stati trovati 1.800 rotoli di papiro e 90 statue (sopra: testa di Amazzone)

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