Corriere della Sera

Lo chef futurista che fa vincere l’Italia

Il ristorante di Bottura votato migliore al mondo: il primo ingredient­e è la cultura

- di Massimo Gaggi di Angela Frenda

Massimo Bottura è il migliore chef del mondo: è stato incoronato a New York. L’Osteria Francescan­a di Bottura ha vinto The World’s 50 Best Restaurant­s 2016, la prima volta di un italiano in vetta al ranking planetario: 53 anni, nato a Modena, un vero chef futurista, protagonis­ta di una rivoluzion­e che ha restituito la cucina italiana alla cucina italiana ricostruen­do un passato glorioso.

Il day after di Massimo Bottura, incoronato migliore chef del mondo lunedì sera a New York, è una festa da Eataly dove a celebrarlo ci sono, tra gli altri, due grandi maestri della cucina mondiale: Alain Ducasse e Mario Batali.

Prima una stella, poi tre stelle, ora la corona: come ci si sente? Bottura è commosso. Abbraccia Ducasse ricordando come il suo maestro un giorno strappò con violenza tutti gli appunti che lui aveva preso studiando alla sua scuola e gli disse: «Basta, non ti servono più. Ormai la tecnica ce l’hai. Adesso devi trovare la tua strada».

Poi racconta al Corriere l’avventura che l’ha portato sul tetto del mondo: «Era il 1993, mio padre mi voleva avvocato, ma io mi sentivo chef. Cominciai a costruire la Francescan­a e gli promisi: prenderà le tre stelle della Michelin. Non ho avuto pace fino a quando non ci sono riuscito. E oggi... è un trionfo. Dell’italianità e della responsabi­lità».

Il perché di questa doppia «dedica» lo chef modenese dell’Osteria Francescan­a l’aveva spiegato già lunedì notte quando, nel salone delle feste di Cipriani a Wall Street, ha vinto «The World’s 50 Best Restaurant­s 2016», il concorso organizzat­o dagli inglesi della William Reed e basato sui voti di una giuria internazio­nale che comprende i migliori chef del mondo.

La prima volta di un italiano in vetta al ranking planetario Bottura l’ha festeggiat­a agitando il tricolore («un pashmina regalato da una coppia di indiani venuti nel mio ristorante, da 6 anni lo porto sempre con me») e urlando «ItaliaBelg­io due a zero». Orgoglio italiano perché «in cucina siamo

Chi è Massimo Bottura, 53 anni, è nato a Modena. Nel 1986 rileva una trattoria vicino a Nonantola. Nel ‘95 rileva l’Osteria Francescan­a dole in cibo, far riemergere memorie del passato, creare emozioni commestibi­li».

Poi spiega che nella sua maturazion­e ha contato molto l’Expo con l’esperienza del Refettorio: la cucina fatta dai migliori cuochi recuperand­o gli scarti. Da lì l’idea di replicare queste forme di pedagogia gastronomi­ca in ambienti difficili. Si comincia tra poche settimane, nei giorni delle Olimpiadi, dalle favelas di Rio de Janeiro dove, grazie alla tenacia di Bottura, nascerà un refettorio dei grandi cuochi nel cuore di Lapa, uno dei quartieri più difficili della metropoli brasiliana.

Cultura, consapevol­ezza, senso di responsabi­lità: ora Bottura vorrebbe farne 100 di questi refettori nel mondo e il console italiano a New York, Genuardi, lo sta aiutando ad aprirne uno nel Bronx: «Cercheremo di insegnare anche ai più svantaggia­ti a mangiare meglio, in modo più sano, con meno sprechi».

7. Mugaritz San Sebastian Spagna

8. Narisawa Tokyo Giappone

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