«Si vota Sala, non su Renzi»
Pisapia: siamo al dunque, nessuno sia neutrale
«Milano è cresciuta nella trasparenza e nella legalità. Votare per Sala vuol dire continuare su questa strada, è un voto sulla città non sul premier».
MILANO Sindaco Giuliano Pisapia a Beppe Sala mancano i 90mila voti che lei prese nel 2011. Come si recuperano?
«Facendo appello ai milanesi e in particolare a chi non è andato a votare o ha ancora dei dubbi: votate. Nessuno sia neutrale. Ogni voto è importante. Non è vero che sono tutti uguali. La proposta del centrosinistra guarda al futuro. Milano ha cominciato una strada virtuosa: è cresciuta, è andata avanti. L’ha fatto nella totale trasparenza e legalità, e se ci guardiamo intorno questo non è scontato. Votare per Sala vuol dire continuare su questa strada, migliorando e vincendo le sfide che ci attendono». La sconfitta di Sala sarebbe anche una sua sconfitta?
«Sarebbe la sconfitta di chi crede nei diritti civili e sociali. Di chi immagina una città a misura di bambini e quindi di tutti. Di chi pensa che le emergenze vanno gestite, non negate. Credo e spero non succederà, temo che sarebbe la sconfitta di chi ama Milano».
Lei ha sempre detto che il centrodestra in città non era morto. C’è stata leggerezza
nel centrosinistra?
«A Milano la destra ha vinto per 20 anni, non poteva essere sparita. Ma in questi anni abbiamo dimostrato di saper governare bene, il “modello Milano” è stato apprezzato non solo in Italia. È su questo che devono esprimersi gli elettori, non sulla politica nazionale. Poi penso che solo una coalizione forte, ragionevole, unita, che tenga insieme tutte le forze di centrosinistra, sia in grado di garantire il buon governo. Se ho lavorato tanto per questa unità e per la scelta del candidato con le primarie, e non nelle segreterie dei partiti, è perché ci credo fermamente».
Lei ha appoggiato la lista Sinistra per Milano. Deluso dal risultato modesto?
«È partita tardi e non è riuscita a ritagliarsi un profilo chiaro. E poi gran parte dei quasi 20 mila cittadini che l’hanno votata forse non sarebbero andati alle urne. L’importante però era dare il segnale di una presenza di sinistra nella coalizione e questo ha un valore anche per il ballottaggio». Il centrosinistra ha perso in periferia.
«Alcuni li abbiamo persi di pochissimo. Se tutta la sinistra fosse stata unita ci sarebbe stato un altro risultato. L’astensionismo ha penalizzato di più la nostra parte e anche questo ci deve far riflettere. Al ballottaggio facciamo tesoro di questa lezione. Domenica si vota per Milano. È l’ultima chiamata, il giorno decisivo».
Perché la sinistra dovrebbe votare Sala, ex dg della Moratti?
«Perché è il candidato scelto con le primarie. E poi Sala è un uomo di centrosinistra, ha un programma di centrosinistra, avrà una squadra di centrosinistra, si pone in continuità con una giunta di centrosinistra. Può bastare?». Preoccupato dei M5S?
«Bisogna aver fiducia negli elettori 5 Stelle. Mi rifiuto di pensare che chi ritiene importante l’ambiente premi chi voleva un parcheggio in Darsena, che chi crede nei diritti voti per chi mai avrebbe fatto il registro delle unioni civili, che chi si batte per la legalità scelga chi vuole abolire la Commissione antimafia». Il voto contro Sala è un voto anti Renzi?
«È uno degli elementi in gioco. E credo che sia un grave errore. Voglio dirlo soprattutto ai dubbiosi di sinistra. Se vince Parisi tornano Gelmini, Salvini e De Corato e per 5 anni prenderanno decisioni che incidono sulla vita di tutti. Se vince Sala abbiamo una base solida sulla quale costruire un progetto politico». Maurizio Giannattasio © RIPRODUZIONE RISERVATA