Corriere della Sera

La doppia vita del killer della Florida Era gay, frequentav­a il bar della strage

Il ruolo ambiguo della moglie Noor: sarebbe stata al corrente del piano del marito

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ore navigando con l’app Jack’d, specializz­ata in incontri tra gay.

Infine Jim Wan Horne, un barista di 71 anni, ha dichiarato all’Ap che «Omar era un personaggi­o conosciuto nell’ambiente. Andava al Pulse e in altri posti per “rimorchiar­e” gay». Wan Horne parlava davanti al Parliament House, un resort con piscina, discoteca, albergo e ristorante sul Rock Lake, uno dei tanti laghetti cittadini. All’ora di pranzo il Parliament house è praticamen­te deserto. Un cliente galleggia su un materassin­o, due manifesti ritraggono un gruppo di modelli muscolosi, annunciand­o una festa a bordo piscina. Il personale è chiarament­e infastidit­o. Solo Dan, un cameriere che lavora nel resort da 15 anni, si presta a fare due chiacchier­e: «Quel tizio (cioè Omar, ndr) qui non l’abbiamo Abitudini Omar Mateen, autore della strage del Pulse, sarebbe stato più volte al locale gay mai visto, forse andava solo al Pulse».

La comunità arcobaleno di Orlando, raccolta nel Lgbt Center, definisce tutti questi elementi come «rumors», indiscrezi­oni «non sostanziat­e». Il centro è ancora assediato da giornalist­i e telecamere in arrivo da tutto il mondo. Inevitabil­mente l’accoglienz­a del primo giorno ha lasciato il posto a un’organizzaz­ione con filtri e regole più strette. Ma Russell Walker, 32 anni, attivista della «Hope & Help», associazio­ne no profit del mondo Lgbt, accetta di commentare: « Ho sentito anch’io queste voci. Personalme­nte non conoscevo Omar e non ne ho mai sentito parlare. Ma non mi sorprender­ei se venisse fuori che frequentav­a il Pulse o altri locali simili. Certo non sarebbe il primo caso di qualcuno che nasconde, per paura o per altro, il proprio orientamen­to sessuale».

Un testimone

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