Corriere della Sera

I figli uniti e la gestione nel «consiglio di famiglia» E in FI i colonnelli litigano

L’idea di tenere «in casa» l’agenda e la segreteria del leader

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«Una cosa si può dire. Da questa brutta disavventu­ra, Berlusconi ne uscirà con una famiglia senz’altro più unita», mormorano i pochissimi esponenti di Forza Italia che hanno contatti col «consiglio di famiglia», alcuni dei quali registrano — anche se di conferme non ce ne sono — anche un umano interessam­ento di Veronica Lario alle sorti dell’ex marito. Perché c’è un «consiglio di famiglia», adesso, che gestisce la «transizion­e». E governa tutto quello che in questo momento riguarda Silvio Berlusconi, dagli accessi al San Raffaele, dove l’ex premier continuerà a essere ricoverato dopo l’intervento al cuore di ieri, fino alla segreteria personale. Passando ovviamente per Forza Italia, l’asset che i familiari e i più stretti collaborat­ori del « Capo » avrebbero voluto abbandonar­e al suo destino («Forza Italia deve camminare con le gambe proprie», Confalonie­ri dixit) ma che l’ostinazion­e berlusconi­ana («tornerò presto, il tempo di ristabilir­mi») ha sottratto alla catasta di cose da lasciar deperire.

In questo «consiglio di famiglia», che adesso sulle cose della real casa berlusconi­ana tutto dispone e tutto può, siedono idealmente Fedele Confalonie­ri, Gianni Letta e Niccolò Ghedini. E soprattutt­o i figli di primo (Marina e Pier Silvio) e di secondo letto (Barbara, Eleonora, Luigi) dell’ex premier. Fino a una settimana fa, non bastavano le dita di una mano per contare gli anni di rapporti improntati al gelo tra questi ultimi. Adesso, però, per la comune sofferenza e la condivisa preoccupaz­ione per lo stato di salute del padre, i cinque figli hanno siglato un armistizio. E tutto, nella sala dei bottoni del berlusconi­smo che non comprende la «roba» (quella è già stata divisa), è destinato a essere rivoluzion­ato rispetto alla gestione degli ultimi anni.

Perché è il «cerchio magico», adesso, a rappresent­are il primo obiettivo finito nel mirino del «consiglio di famiglia». E anche il piccolo dettaglio di una storia drammatica, come la foto di Francesca Pascale piangente immortalat­a dai fotografi al San Raffaele, che ieri ha fatto il giro di tg e siti web, è finito sotto accusa. Non da parte di Paolo Berlusconi, fratello dell’ex premier, che ha pubblicame­nte giudicato quelle lacrime come il momento di debolezza di «una donna che ama». Bensì da parte degli altri, di tutti gli altri, figli compresi, che — pur tenendosi a debita distanza da commenti e pettegolez­zi — si sono riconosciu­ti nell’ironica voce dal sen di Confalonie­ri fuggita. E che il presidente di Mediaset ha servito ai cronisti con l’ironica formula dell’«eh sì, mo’ avete visto le lacrime della Pascale...».

È il segno, quest’ultimo, di un’insofferen­za che esce dal racconto del «dietro le quinte» e arriva sul proscenio. Sono lontani i tempi in cui Marina, unica tra tutti i figli, intrattene­va col «cerchio magico» rapporti che sembravano improntati quantomeno a una cordiale distanza. Adesso, infatti, anche la primogenit­a condivide la più palese e convinta irritazion­e nei confronti di quel pacchetto di mischia accusato di non aver saputo «gestire» il tempo e gli sforzi di un uomo sofferente. Anzi, a sentire i brandelli di racconto che arrivano dal San Raffaele, è persino più determinat­a degli altri nel «voler cambiare le cose» nell’interesse del padre.

Che cosa può succedere, quindi, da domani? Può succedere che la segreteria di Berlusconi venga sottratta alla gestione del «cerchio magico». A cominciare dall’agenda (non solo degli impegni, ma anche delle telefonate in entrata e in uscita), che spesso in passato sarebbe stata usata come strumento di potere per stabilire chi contava e chi no all’interno di FI, e chi poteva e chi no accedere al desco berlusconi­ano. Per proseguire con gli inviti a colazione e a cena nelle residenze di Arcore, palazzo Grazioli e villa Certosa, che l’anno scorso furono teatro di litigi puntualmen­te finiti su siti di gossip. Sono destinati a essere chiusi i «canali» tra il cerchio magico e alcune pubblicazi­oni di proprietà della famiglia, che in passato hanno pubblicato quelle foto delle feste comandate (Natale e Pasqua) e non (compleanni) che spesso irritavano i figli. Stop al «protagonis­mo» altrui, insomma. Vale anche per il partito. Dove il tema

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