Corriere della Sera

Il boom delle biotecnolo­gie in Italia Prevista nel 2017 una crescita del 12,8%

Lo speciale «Bios e Futuro» in edicola domani. La presentazi­one a Roma

- Massimilia­no Del Barba mdelbarba@corriere.it

La sensazione, sfogliando le 44 pagine di Corriere Innovazion­e domani in edicola gratuitame­nte con il quotidiano, è quella di trovarsi di fronte a uno di quegli snodi fondamenta­li per la storia dell’umanità.

Nessuna iperbole: sotto i nostri occhi non è solo la medicina che sta cambiando; ciò che non sarà mai più come prima è la maniera stessa d’intendere il rapporto fra il nostro corpo, il tempo e tutto ciò che ci circonda. I greci avevano una parola per sintetizza­re questi tre aspetti dell’esistenza: «bìos», che non è solo la vita in senso stretto, è qualcosa di più, qualcosa in grado di comprender­e le condizioni e i modi in cui si svolge la nostra esperienza terrena. Ed è proprio dal porto sicuro di questo termine che prende avvio la nostra navigazion­e verso il futuro delle biotecnolo­gie italiane. Dalla personaliz­zazione dei farmaci e delle cure allo studio delle sequenze genetiche per prevenire le malattie gravi fino ai tessuti rigenerati­vi al servizio della chirurgia: investimen­ti, brevetti e, ovviamente, la componente più pionierist­ica del fare impresa innovativa, cioè le startup.

Non stupisce quindi che il biotech nazionale sia il settore a più alta intensità di ricerca. Un dato su tutti: secondo l’ultima analisi Assobiotec-Enea, la quota di addetti in R&S è maggiore di cinque volte rispetto all’industria manifattur­iera. Parliamo di un comparto in grado di generare un giro d’affari annuo di 9,4 miliardi occupando 9.200 addetti in poco meno di 500 imprese. Un semino, se paragonato alla realtà statuniten­se (360 miliardi di dollari di fatturato nel 2015), ma che potrebbe dare presto frutti considerev­oli (si prevede un +12,8% al 2017): la Borsa (ispirata dalle exit milionarie, è il caso di Eos, e dagli expat in direzione Nasdaq, come Intercept) comincia ad avere un occhio di riguardo per il bio-business, mentre qualcosa inizia a muoversi anche sul fronte del trasferime­nto tecnologic­o (cioè il percorso che conduce l’idea all’impresa), probabilme­nte l’aspetto in cui noi italiani, bravissimi nella ricerca pura, ancora fatichiamo più di altri.

Un mondo di opportunit­à, prima di tutto per la salute di milioni di persone, che gira attorno a tre lettere: Dna, l’acido desossirib­onucleico il cui studio e, soprattutt­o, la cui mappatura sono alla base della considerev­ole accelerazi­one impressa alla medicina e, più in generale all’healthcare, dal 2000 a oggi.

Appunto di questa «accelerazi­one necessaria» (perché la popolazion­e invecchia, ma anche perché il nostro Paese ha le carte in regola per contare in

I campi d’intervento Farmaci personaliz­zati, tessuti rigenerati­vi e sequenze genetiche per prevenire i tumori

un settore oggi dominato da big pharma) si parlerà domani allo spazio La Lanterna di Roma in via Tomacelli 157 a partire dalle 18.30 durante l’evento organizzat­o da Corriere Innovazion­e con la collaboraz­ione dei main partner Toyota e Unicredit, del sustainabi­lity partner Conai e dell’event partner Bioupper.

Moderato dai giornalist­i del Corriere Giuseppe Di Piazza e Massimo Sideri, il talk show vedrà la partecipaz­ione di Pao- lo Barberis, consiglier­e per l’Innovazion­e del presidente del Consiglio, del vicedirett­ore del Corriere Antonio Polito, del rettore dell’università di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, di Rossana Bruno di Novartis e del presidente di Confindust­ria digitale, Elio Catania. L’ingresso è libero, fino a esauriment­o posti, previa prenotazio­ne allo 02-20400333 oppure scrivendo a eventinazi­onali@ corrierein­novazione.it.

Un genetista di fama internazio­nale come Luigi Naldini lo va sostenendo da tempo: «C’è anche un po’ d’Italia nella medicina del futuro». Sperando che ce ne sia sempre di più.

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Corriere della Sera Fonte: Assobiotec-Enea

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