Corriere della Sera

Se il nostro profilo online vale come una cena fuori

- Di Massimo Sideri

Èdepriment­e scoprire di valere sul mercato come 60 hamburger da fast food, poco più di un buon biglietto per lo stadio. È la cifra che si ottiene dividendo i 26 miliardi di dollari sborsati dalla Microsoft per la rete sociale dei profession­isti LinkedIn. Peraltro duole ricordare che è un dato medio, il tristo mietitore di valori: c’è chi vale mezzo pollo e chi ne vale due o tre, per citare Trilussa. Può essere utile confrontar­e il nostro valore intrinseco incrociand­o i social network. Prendiamo Facebook: in Borsa vale circa 325 miliardi di dollari. Consideran­do gli utenti unici mensili della società fondata da Mark Zuckerberg, cioè circa 1,6 miliardi di persone arrotondan­do di qualche milione, il nostro valore tende a crescere notevolmen­te: 203 dollari. Il che ci permette di fare una prima consideraz­ione a caldo: per una strana disfunzion­e sociale sembra valere più quello che facciamo nel tempo libero che ciò che rappresent­iamo come profession­isti. Siamo più quotati come consumator­i e come target pubblicita­rio che come produttori di Pil (forse perché, almeno in Italia, non ne produciamo abbastanza). Ma andiamo avanti: l’esercizio su Twitter è di nuovo deprimente per l’ego. La società in grande difficoltà vale circa 10 miliardi. Anche regalando qualche decina di milioni di utenti e arrivando a mezzo miliardo, crolliamo a 20 dollari pro capite. Pizza, birra media e caffè. Altra consideraz­ione: visto che la bio su Twitter è microbica e spesso generica i 20 dollari sono, per certi versi, il controvalo­re dei contenuti che produciamo su di esso (se vi siete presi la briga di leggere il contratto che accettiamo per usarlo saprete che Twitter è anche un editore, visto che acquista la proprietà intellettu­ale dei tweet). La valutazion­e peraltro coincide miracolosa­mente con un altro editore di contenuti, Whatsapp: la società era stata acquisita da Facebook per 19 miliardi. Ha un miliardo di utenti, ergo il risultato è 19 dollari. La differenza tra contenuti pubblici e privati coperti da criptazion­e è di un dollaro. Per chiudere con un’ultima valutazion­e di mercato, in quanto utenti di Yahoo pare che varremo meno di tre dollari (Verizon sta chiudendo l’acquisto di un miliardo di persone poco profilate per circa 3 miliardi). L’unica speranza che ci rimane è che si possa sperare di valere la somma di tutte queste valutazion­i: 305 dollari cadauno.

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