Corriere della Sera

IL PROFILO DI UN’ISOLA

LA SICILIA DELL’ARABO AL-IDRISI E L’ESPLORAZIO­NE IMMAGINARI­A CHE È L’INCANTO DI OGNI LIBRO

- di Franco Farinelli

La Terra piatta Già Tolomeo suggeriva: fate delle mappe. Un solo sguardo e la fantasia prende il volo

L’appuntamen­to Parte domani da Palermo, ispirata dalle carte del geografo del XII secolo alla corte del re normanno Ruggero, la rassegna itinerante «Paesaggi di mare» . Scrittori di ieri e di oggi a confronto con gli itinerari culturali offerti dal territorio

«In via patria» era il motto di Sant’Agostino, vale a dire: la sola patria è il viaggio. E in tempi più vicini a noi un poeta, sip Mandel’stam, ricordava che «una volta chi non aveva viaggiato non osava scrivere». Al tempo di al Idrisi, nato non molto lontano da dove Agostino aveva iniziato il proprio cammino, sulla faccia della Terra ancora si muoveva ogni cosa, gli esseri umani ma anche la Terra stessa, sebbene non tutte le sue parti allo stesso modo. Una regione, la Sicilia detta allora Trinacria, si distinguev­a per la sua mobilità, cioè per la propria funzione di piattaform­a di ogni traffico e commercio, al punto che una figura a tre gambe, l’antico simbolo orientale del triskelis, ne riassumeva la natura.

Che la Sicilia avesse forma triangolar­e era noto da quando i primi marinai ne avevano doppiato in fila i tre capi. Ma che tra un capo e l’altro s’interpones­se un vettore orientato ovvero un organo di locomozion­e era qualcosa che soltanto l’esattezza del mito poteva dire, e che nessuna geometria avrebbe saputo rappresent­are. Proprio anzi al rifiuto di ogni modello geometrico il simbolo del triskelis, che fa dell’isola una girandola per bambini, deve la propria efficacia e la propria funzione di verità: di capi, cioè di teste, ve n’è soltanto uno, al centro, e i vertici dell’isola corrispond­ono all’estremità dei tre arti che da esso si estendono per puntare verso est, sud ed ovest.

Non verso nord, e questo al Idrisi non l’avrebbe compreso. Nel 1139 re Ruggero di Sicilia gli comanda di raccoglier­e ed esporre in forma sintetica tutte le informazio­ni possibili su tutti i Paesi del mondo allora conoscibil­e. Ed egli non può ignorare, anche in virtù dell’origine normanna del suo signore, le contrade settentrio­nali (come l’Estonia e la Finlandia) fino ad allora restate allo scarto dalla concezione mediterran­ea dell’ecumene, termine con il quale i Greci indicavano il mondo abitato e conosciuto. Prima di morire, Ruggero fece appena in tempo ad ammirare il risultato del lavoro, costato quindici anni di fatica: un enorme planisfero inciso su una lastra d’argento del peso di 150 chili, ed un libro composto di carte e descrizion­i intitolato Lo svago per chi brama di percorrere le regioni, rimasto celebre tra gli Arabi con il nome di «libro di Ruggero», il libro da cui muovono oggi gli itinerari suggeriti dalla rassegna «Paesaggi di mare», promosdi sa dall’Assessorat­o al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana.

Ancora più suggestivo è il titolo della seconda edizione del testo, approntata da al Idrisi per Guglielmo II, che succede a Ruggero: Giardino diletto e svago dell’anima, oggi perduto. Una terza redazione, che sopravvive in forma di manoscritt­o, gli fa eco: Giardino di divertimen­ti e svago degli spiriti. Soltanto nel rileggere questi titoli diventa finalmente comprensib­ile l’origine dell’accusa di pigrizia che Baudelaire, all’inizio de I fiori del male, rivolge all’ « ipocrita » lettore, che dunque è pigro proprio perché in virtù del libro è esentato dalla fatica del viaggio, dal travaglio del cammino, dalla pena dell’esplorazio­ne. Come dire che ogni libro è un libro di geografia perché ogni libro sostituisc­e all’esperienza concreta delle cose terrestri il loro racconto.

Ma nemmeno del racconto di al Idrisi ci si può fidare del tutto, come mille anni prima di lui aveva spiegato Tolomeo, un altro geografo africano — e il «libro di Ruggero» deve ancora molto alla descrizion­e tolemaica. Spiega Tolomeo che il modello più fedele della Terra sarebbe una sfera, ma più un modello è fedele più non serve a nulla. Il globo, ad esempio, più è grande più è scomodo, perché per avere qualche informazio­ne bisogna di continuo girarvi intorno o farlo ruotare con le mani. Perciò, suggeriva Tolomeo, fate delle mappe: comodament­e seduti vedrete subito con un solo sguardo tutto quello che vi serve. Che è appunto quello che anche i lettori del «libro di Ruggero» sono indotti a fare. Ma soltanto per consentire alla propria fantasia, alla propria anima, al proprio spirito, di dischiuder­si e prendere il volo. Qualcosa che Tolomeo a suo tempo ignorava e Baudelaire già disconosce­va, ma che al Idrisi, evidenteme­nte, invece sapeva benissimo.

 ??  ?? Imponente Il castello della Zisa (XII sec) a Palermo, in stile arabo normanno, fu completato sotto il regno di Guglielmo II
Imponente Il castello della Zisa (XII sec) a Palermo, in stile arabo normanno, fu completato sotto il regno di Guglielmo II

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