«Tecnico maestro» e «italiani eterni» L’Europa ammirata e un po’ spaventata
PARIGI Dopo la vittoria dell’Italia, una delle prime domande ad Antonio Conte l’ha rivolta un giornalista inglese. «Ora gli azzurri possono essere considerati i favoriti del torneo con la Germania?». Il c.t. si è preso i complimenti, poi ha richiamato alla calma: «Siamo stati bravi a ribaltare i pronostici totalmente negativi, ma da sfavoriti non possiamo diventare favoriti perché abbiamo vinto una partita».
La domanda è stata la conferma dei sentimenti che il 2-0 al Belgio ha scatenato verso gli azzurri: ammirazione, rispetto e paura delle altre grandi d’Europa. Prossimo allenatore del Chelsea dove raccoglierà l’eredità di Mourinho, Conte è diventato già una star in Inghilterra, mentre la Nazionale è tornata a essere una minaccia reale e «gli azzurri eterni», come ha sottolineato il quotidiano francese l’Equipe.
L’Italia ha trasmesso una potente immagine di unità, Conte si è svelato come un «maestro di tattica». Il Times tra due mesi se lo ritroverà in Premier League e lo ha esaltato per la perfezione dei movimenti dei suoi giocatori, armoniosi e compatti. Ha quasi scioccato gli avversari europei la nostra difesa per la sua compattezza e la potenza. I francesi del magazine So Foot hanno usato un’immagine da film western per elogiare il trio Barzagli-Bonucci-Chiellini diventati
in un colpo «i tre bastardi della difesa».
In Europa hanno dovuto ricredersi in fretta quelli che avevano sottovalutato la Nazionale. C’era chi non la accreditava neppure del passaggio del turno e la stampa britannica, sempre tagliente ma a volte frettolosa nei giudizi, ha già trasformato il c.t. nel miglior allenatore di Euro 2016, capace di ridicolizzare il tecnico del Belgio Wilmots. Ciò che più ha colpito però è stata un’espressione usata dell’allenatore azzurro: «Siamo disposti a buttare il sangue per andare avanti». Il sacrificio e il richiamo alla spirito sono attitudini molto apprezzate all’estero, soprattutto in Gran Bretagna e in Germania. E fa paura un’Italia così combattiva e realistica, «mostruosamente solida e intelligente tatticamente», ha annotato Le Figaro.
Il mea culpa degli osservatori stranieri non è solo per aver sottovalutato l’Italia. L’Inghilterra si è dovuta interrogare su come Giaccherini e Pellé abbiano fatto esplodere la bolla del Belgio. Il primo scartato dal Sunderland e finito in prestito al Bologna che non ha ancora deciso di prenderselo per 5 milioni e l’altro che da metà aprile ha giocato appena 70 minuti con il Southampton. «Evidentemente non sono poi così male questi italiani», ha dovuto concedere a denti stretti il tabloid Sun.