Corriere della Sera

VOLA IL CONTISMO, MILIK È DA SEGUIRE

- Di Mario Sconcerti 1 2 3

Le migliori sono state Italia e Croazia. Poi Germania, Inghilterr­a e Francia. L’Italia ha giocato un calcio nuovo, che sarà molto studiato in Europa, temo con scarse possibilit­à di emulazione. Come quasi tutti gli schemi anche il nostro è legato all’uomo che lo dirige. Il contismo è un’evoluzione del gioco all’italiana, ma ha nel fondo poche parentele. Non basiamo tutto sulla difesa, basiamo tutto sulla gestione della gara. In questo Conte mi ricorda Zeman, nel senso che allena sempre agli stessi movimenti finché non arrivano da soli. È noioso e grezzo, cose che i giocatori per un po’ gradiscono molto, si vedono ben allenati, è una specie di socialismo dell’anima dove tutti si sentono protagonis­ti. Penso per esempio che Conte non avrebbe gradito molto Verratti, uno che pensa per conto proprio e fa sempre un tocco in più. Il contismo non è catenaccio, è difesa quando serve, con propension­e immediata a diventare 3-3-4. La piccola onnipotenz­a di Conte è che riesce a farlo con qualunque uomo a disposizio­ne. Questo è il grande tecnico, dipendere quasi soltanto da se stesso, scegliere poi gli uomini che lo accettano. Conte è come Guardiola, Simeone, Mourinho, va oltre il mestiere. Deve essere in tutto come vuole lui, e ci riesce. Vedremo adesso quanto dureranno i nervi, ma alla Juve, stremata, si spezzarono solo dopo tre anni. La Croazia ha un tasso tecnico che solo la Germania e la Francia hanno, ma è da vedere contro avversari che terranno la palla. Se giocano loro, sanno nasconderl­a. La Germania è la più completa, a parte Goetze, la più collaudata, gioca leggera e ha forse il migliore del torneo, Kross (con Modric). Ma è molto educata, femminile. L’Inghilterr­a è un pulsante da spingere, avrà sempre reazioni impensabil­i, ma è in bilico, troppi fantasisti, in ogni ruolo. La Francia è ottima e opposta, è sempre uguale a se stessa. Pogba e Matuidi in mezzo al campo sono molto simili, nessuno alleggeris­ce con passo svelto la loro complessit­à. In una competizio­ne fisica i pochi giocatori di classe

Antonio Conte in allenament­o

Il croato Ivan Perisic con la cartina del suo Paese in testa

Il polacco Arkadiusz Milik, autore del gol vittoria sull’Irlanda (Ansa, Ap, LaPresse) rischiano di decidere. Bale ha portato il Galles dove non era mai arrivato. Ibrahimovi­c ha trovato alla fine il pareggio. Saranno squadre antipatich­e perché hanno una variante forte e il resto da zero a zero. Mi è piaciuta la Spagna che è tornata abbastanza rapida. Silva non diventa mai quello che promette, ma cresce Morata e restano i vecchi della gloria. La partita di girone con la Croazia sarà già una piccola finale. Si gioca quasi interament­e con il 4-2-3-1 secondo preferenze inglesi. Non è uno schema da torneo breve, dovrebbero essere molto continui i trequartis­ti, che sono il ruolo meno continuo che esista. Bene Alli, così così Hazard, bene Kriskoviak, con più sostanza, bene anche Perisic e Brozovic, il vecchio Rosicky, anche Kokorin. Benissimo il polacco Milik in un torneo che conferma la trasformaz­ione del centravant­i da uomo gol ad aggancio tattico. Segnano pochissimo i centravant­i, sono a disposizio­ne degli altri. Visti anche ventenni di grandi speranze, prima di tutti Mor, un turco, leggerino e geniale.

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